Salvoldi e Bragato, nei loro rispettivi ambiti, hanno espresso situazione e prospettive della spedizione azzurra verso i mondiali su pista di Santiago del Cile, ma ieri con loro è partito anche un altro cittì al suo esordio come responsabile unico di settore. Per la sua prima esperienza nel ruolo (che poi nei fatti non cambia nulla visto il suo lavoro nelle ultime stagioni) Ivan Quaranta ha predisposto una squadra di velocisti con qualche novità non tanto nei nomi, quanto nella disposizione dei posti e quindi carne al fuoco ce n’è.


Il Team Sprint chiarirà le idee
Si parte, sia temporalmente (sarà la prima disciplina della rassegna iridata) che come peso specifico, dalla velocità a squadre. Quaranta sa che ci si gioca molto, soprattutto inquadrando quel cammino di progresso tanto annunciato e molto atteso.
«Riconfermo il terzetto che ha vinto il titolo europeo U23 – dice Quaranta – con Napolitano al lancio, Minuta per il secondo giro e Predomo in chiusura. Hanno fatto registrare il record italiano, quindi è una formazione abbastanza collaudata. Poi vediamo un po’ come siamo messi in base agli altri terzetti, mi piacerebbe inserire Bianchi al secondo carrello spostando Minuta al lancio, ma vedremo come va. Per adesso noi non siamo ancora una nazione da medaglie fra gli elite, ma sappiamo che abbiamo lavorato bene. Non ci manca niente e quindi nella seconda manche possiamo permetterci di fare anche degli esperimenti, sapendo che si può anche sbagliare».
A te interessa di più fare un gran tempo o magari salire anche di un solo gradino, cogliere magari un sesto posto che nella nostra ottica sarebbe come una medaglia?
Per noi il primo obiettivo dev’essere entrare a far parte delle prime 8 squadre, perché vuol dire comunque iniziare a sentire il profumo della qualifica olimpica. Ma per riuscirci dipende anche da come vanno gli altri. Poi dipende dal tempo, noi ad Anadia abbiamo fatto il record a 43”2, con quel tempo ti qualificavi ottavo a Parigi. Ma basterà ora? Dipende da tanti fattori: le condizioni della pista, del clima, chi ci sarà contro di noi… Il miglioramento è fisiologico e non va forzato.


Come mai Predomo nelle prove individuali sarà solo riserva?
Ai mondiali ci si qualifica e attraverso una classifica nominale. Si è qualificato solo Stefano Moro e non c’è possibilità di sostituirlo se non per acclarati motivi di salute. Purtroppo quest’anno Mattia ha avuto un po’ di problemini che gli hanno precluso appuntamenti importanti per ottenere i punti necessari.
Che notizie hai delle altre nazioni?
Intanto c’è la grande novità del ritorno di Richardson nelle file inglesi, dopo aver corso diverse Olimpiadi e mondiali con l’Australia dove si era trasferito. Questo rafforza enormemente la Gran Bretagna e al contempo indebolisce il team oceanico. Poi bisogna considerare un fatto: nell’endurance si fanno i conti con le altre discipline, molti campioni hanno scelto di saltare la stagione su pista, ma nella velocità non avviene. Già di corse ce ne sono poche, quindi ogni gara titolata presenta sempre il meglio sulla piazza. Difficile che si facciano esperimenti, questo sarà un mondiale vero. Richardson, Lavreysen, Paul, Yakovlev, li troveremo tutti. Di sicuro sarà un grande spettacolo.


Che cosa ti hanno detto del velodromo?
Siamo a 500 metri, quindi il beneficio dell’altura non c’è – afferma Quaranta – ci sarà sicuramente meno umidità rispetto a un velodromo a livello del mare, quindi sarà leggermente più performante. Tecnicamente la pista è uguale a Montichiari, quindi 45 per cento la parabolica e 25 per cento il rettilineo con 6 metri di larghezza e 6 di curva. La scorrevolezza la vediamo quando siamo là, quei 3-4 giorni che facciamo prima del mondiale ci serviranno anche per capire che rapporto usare e che scelta di tubolari da utilizzare.
Tra le donne ci sarà soltanto Miriam Vece?
Sì. Noi potevamo partecipare al team sprint con le donne, avevamo i diritti, ma sono ancora juniores, hanno fatto europeo elite, europeo junior e mondiale junior, non me la sono sentita di chiedere un altro picco di forma. Poi bisogna anche considerare il budget a disposizione, la trasferta era molto dispendiosa. Faranno l’europeo di febbraio, da dove inizieremo a ragionare anche in funzione della qualificazione olimpica che è il vero grande obiettivo per tutti.


La Vece come si presenta?
Sta bene, il suo l’ha sempre fatto. Abbiamo fatto anche delle prove sul chilometro, ma per questa volta lo farà ancora la Fidanza che è bronzo europeo, ma secondo me può avere delle buone possibilità di fare un buon tempo anche nel chilometro. Poi capita in un momento del programma settimanale che è il giorno prima del keirin, quindi ho preferito non farglielo fare. Io dico che Miriam (con Quaranta nella foto di apertura, ndr) è da prime 10 nella velocità e quindi giocarsi anche un ingresso nei quarti di finale, mentre nel keirin è da finale e quando sei lì può succedere sempre di tutto. Come l’anno scorso a Moro che ha fatto quarto all’europeo per un tubolare e decimo al mondiale. Vediamo come va giorno per giorno, noi cercheremo di ottenere i migliori risultati.