C’è ancora una volta Max Verstappen davanti a tutti. Dopo una FP1 in cui la Red Bull sembrava faticare a trovare la giusta quadra, complice un assetto troppo basso che faceva toccare la vettura sugli avvallamenti e ne limitava i punti di forza, la squadra di Milton Keynes e l’olandese hanno risposto con decisione. In qualifica la RB21 ha infatti mandato un segnale chiaro alla McLaren, confermandosi proprio sul terreno dove quest’anno si è espressa al meglio.
Il segnale più chiaro dello smalto ritrovato in casa Red Bull dopo la FP1 lo si è visto già in SQ1, quando il quattro volte campione del mondo ha iniziato a firmare intertempi record nel primo settore, proprio il tratto in cui poche ore prima aveva faticato e dove, per caratteristiche, la RB21 era attesa come punto di riferimento grazie alla sua stabilità nelle curve veloci.
Verstappen, con una Red Bull ora sempre più completa, è così riuscito a strappare nuovamente la pole position alle McLaren, ancora in difficoltà nel trovare la chiave sul giro secco. Per la MCL39 la prima posizione in qualifica manca ormai dal Gran Premio d’Olanda di fine agosto, su un tracciato che però ne esaltava le caratteristiche, mentre ora spera nel possibile alto degrado per ribaltare la situazione in gara. La Red Bull, pur messa all’angolo dalla classifica, non si arrende e continua a lottare punto su punto, nel tentativo di tenere accesa l’ultima fiammella di speranza il più a lungo possibile.
Max Verstappen, Red Bull Racing
Foto di: Steven Tee / LAT Images via Getty Images
Nel duello interno tra i due piloti “papaya” è stato Lando Norris a spuntarla. Il britannico ha chiuso a soli 71 millesimi da Verstappen e, soprattutto, ha rifilato quasi due decimi al compagno di squadra. Già in FP1 Oscar Piastri non era apparso del tutto a suo agio con la MCL39, e lo stesso copione si è ripetuto in qualifica: l’australiano ha comunque limitato i danni con un terzo posto prezioso.
Dietro alle due MCL39 spicca la vera sorpresa del fine settimana di Austin: Nico Hulkenberg. Dopo un periodo difficile in qualifica, in cui i suoi consueti lampi del sabato (in questo caso del venerdì) erano rimasti in ombra, il tedesco è tornato a brillare anche sul giro secco, portando la Sauber in seconda fila con una prestazione di grande valore. Il team svizzero ha sottolineato anche un aspetto curioso: con la riapertura del parco chiuso a metà weekend, gli ingegneri hanno scelto di osare un po’ di più sull’altezza da terra in vista della Sprint, sapendo di poter poi tornare indietro e concedersi maggior margine per la gara.
Ad aprire la terza fila sarà George Russell con la Mercedes. Il britannico, che in FP1 non aveva provato la soft perché il team aveva preferito concentrarsi su hard e medie al fine di conservare un set del compound più tenero, non è andato oltre il quinto posto, accusando però un distacco di ben sette decimi dalla vetta. Su un tracciato più variegato e meno peculiare di Singapore e che impone maggiori compromessi di setup, la Mercedes è tornata a mostrare segnali di difficoltà.
Ad affiancare il britannico in terza fila ci sarà Fernando Alonso, ancora una volta leone con un’Aston Martin capace di sorprendere. Spesso la squadra di Silverstone brilla al venerdì per poi calare quando gli altri team alzano il livello di potenza delle Power Unit, ma stavolta la AMR25 sembra aver trovato un equilibrio convincente. Buoni segnali anche dalla Williams, con Carlos Sainz e Alex Albon rispettivamente in settima e nona posizione.
Nico Hulkenberg, Sauber
Foto di: Sam Bloxham / LAT Images via Getty Images
È stata una giornata difficile per la Ferrari. Lewis Hamilton non è andato oltre l’ottavo posto dopo aver rischiato l’eliminazione in SQ2, evitata per appena sei millesimi, mentre Charles Leclerc si è fermato in decima posizione, anche lui vicino all’esclusione già al termine della prima manche. Su un tracciato ricco di avvallamenti e caratterizzato da una grande varietà di curve che impongono compromessi di setup, la Rossa non è apparsa all’altezza, mettendo in evidenza tutte le difficoltà di una SF-25 che, sia con la media sia con la soft, non provata in FP1, ha mostrato chiaramente i propri limiti, chiudendo a nove decimi dalla pole.
Scatterà fuori dai primi dieci Andrea Kimi Antonelli, che sin dalla prima sessione di libere ha faticato a trovare la fiducia necessaria nella sua Mercedes a causa di un posteriore che si è mostrato instabile, anche in fase di staccata, limitando la possibilità di centrare con precisione il punto di corda. Il problema più evidente, però, è emerso nelle curve ad alta velocità del primo settore, dove il giovane italiano ha accusato un distacco significativo dal compagno di squadra.
Non è insolito che Antonelli soffra un po’ di più l’inserimento nelle curve veloci rispetto a Russell, complice il suo stile di guida aggressivo. Tuttavia, quando manca la fiducia nella vettura, il rischio è di ottenere l’effetto opposto aggravando il distacco: ed è proprio ciò che è accaduto oggi, con quella mancanza di sicurezza che gli è costata l’eliminazione, seppur per soli sei millesimi da quel tempo che gli sarebbe valsa la SQ3.
Un’altra esclusione di peso in SQ2 è stata quella di Isack Hadjar con la Racing Bulls. Ci si attendeva qualcosa di più dalla vettura di Faenza, che nel corso della stagione ha mostrato grande versatilità e sulla carta avrebbe potuto adattarsi bene a un tracciato variegato come quello di Austin. Invece, né il francese né il compagno di squadra Liam Lawson, a cui è anche stato cancellato il tempo per track limits, sono riusciti a superare la seconda manche.
Lewis Hamilton, Ferrari
Foto di: Andy Hone/ LAT Images via Getty Images
A separare le due Racing Bulls ci saranno Pierre Gasly, capace di spingersi oltre i limiti di un’Alpine ormai abbandonata a sé stessa da tempo, priva di aggiornamenti significativi ormai da diversi mesi, e Lance Stroll con l’altra Aston Martin.
Non è stata una giornata semplice nemmeno per la Haas. Il primo degli esclusi in Q1 è stato Oliver Bearman, impegnato in FP1 nel lavoro di confronto con il vecchio pacchetto, mentre le novità al fondo e alle pance erano state affidate a Ocon per valutarne l’efficacia e capire se potessero rappresentare un passo avanti. Alla fine, però, né la VF-25 del britannico né quella del pilota francese sono riuscite a superare la prima manche, fermandosi entrambe già al termine del Q1.
A separarli in griglia ci saranno Franco Colapinto, eliminato con l’Alpine, e Yuki Tsunoda con l’altra Red Bull. Il giapponese ha pagato anche un errore strategico del muretto, che lo ha rimandato in pista nel traffico per l’ultimo tentativo: non è riuscito a tagliare il traguardo prima della bandiera a scacchi e si è così trovato impossibilitato a migliorare il proprio crono.
Destino amaro anche per Gabriel Bortoleto con la seconda Sauber, rimasto senza un tempo valido. Il suo primo giro è stato cancellato per track limits, mentre nel finale non è riuscito a portare a termine un tentativo efficace che gli permettesse di evitare l’eliminazione.
Vogliamo la vostra opinione!
Cosa vorresti vedere su Motorsport.com?
Partecipate al nostro sondaggio di 5 minuti.
– Il team di Motorsport.com