La telefonata fra Trump e Putin ha riaperto un varco diplomatico che fino a poche settimane fa sembrava impraticabile. Non è ancora un negoziato e non è nemmeno un cessate il fuoco, anche se quello è il vero obiettivo di Trump oggi. È, nella sostanza, un test reciproco tra chi vuole imporre un ritmo alla guerra, gli Stati Uniti, e chi invece ha scelto di scommettere sul tempo, la Russia. L’incontro di ieri fra Trump e Zelensky serviva a fissare i margini dei possibili scambi: cosa è trattabile subito, cosa va rinviato e cosa è impossibile affrontare ora perché dirompente. L’unico punto fermo è che Kiev è pronta a negoziare, mentre Mosca non lo è. Il fatto è che la Russia produce più munizioni di quelle che l’Occidente riesce a inviare in Ucraina. Lo stesso vale per i droni e le artiglierie. Washington ha riattivato il flusso di aiuti militari, ma i pacchetti finanziari hanno un limite politico e le scorte dei paesi occidentali non sono infinite.

Il precedente

Per evitare il collasso del fronte difensivo, Kiev apre al negoziato. Per Mosca, invece, ogni mese che passa il nemico si indebolisce. Perciò partecipa ai colloqui internazionali solo a livello tecnico, evitando di legittimare Zelensky come interlocutore. Quanto a Trump, sta cercando di capovolgere l’impostazione dei negoziati fallimentari del 2022, quando si partì con la discussione sui territori e sullo status politico delle regioni occupate. Oggi Trump mira alle condizioni di sicurezza e al cessate il fuoco. I tre pilastri sono: congelamento dei fronti, in modo che Putin possa proclamare la vittoria pur senza riconoscimento delle conquiste territoriali, inaccettabile per l’Ucraina. Il secondo limitare le capacità di attacco di lungo raggio: la guerra non si deve espandere. E, terzo, una rete di garanzie di sicurezza per Kiev e in qualche modo anche per Mosca.

Le ipotesi

Congelare il fronte significa che la Russia occupa e l’Ucraina non rinuncia a contrattaccare in futuro. I punti di una possibile intesa tra Washington e Kiev si muovono quindi dentro una cornice precisa: nessuna discussione sui confini. Trump non li metterà sul tavolo, sarebbe l’unico modo per far saltare i colloqui prima che inizino. Zelensky poi accetta di congelare il fronte, ma non per sempre: tregua sì, resa no. Le linee restano militari, non politiche. «Non negozieremo la nostra sovranità», ha ribadito il presidente ucraino prima di partire per Washington. La bozza americana prevede di limitare l’espansione del conflitto. Per gli Stati Uniti significa fissare una linea rossa contro l’escalation nucleare tattica fuori dall’area ucraina. Kiev dovrà limitare gli attacchi in profondità sul territorio russo. E Mosca dovrà ridurre i bombardamenti sulle infrastrutture energetiche. Il secondo livello è operativo: costruire meccanismi di verifica. Osservatori, droni di monitoraggio, hotline dirette. Il terzo è strutturale: garanzie di sicurezza a Kiev per evitare che il cessate il fuoco diventi una trappola strategica russa.

Lo scudo aereo

L’Ucraina avrà anche bisogno di uno scudo aereo. Putin, dal canto suo, non ha mai rinunciato al gas come strumento di influenza e chiede l’apertura di un canale energetico “tecnico” verso l’Occidente, fuori dal regime sanzionatorio. Trump avrebbe capito ancora meglio che questa guerra è solo questione di forza dopo il gelo dell’Alaska. Putin non cederà senza vantaggi misurabili, Zelensky non firmerà documenti che somiglino a una resa territoriale. Il punto di svolta è arrivato ad Anchorage in agosto. Secondo il Financial Times, l’incontro tra Trump e Putin è stato tutt’altro che cordiale. In pubblico sorrisi e strette di mano, in privato tutta un’altra storia. Trump ha proposto l’allentamento graduale delle sanzioni in cambio di un cessate il fuoco verificabile. Putin ha detto no, illustrando per quasi un’ora la sua versione storica della guerra e sostenendo che «la Russia e l’Ucraina sono un unico Paese». Quando Trump ha capito che Mosca non avrebbe ceduto su nulla, ha alzato la voce, minacciato di interrompere il summit e cancellato il pranzo bilaterale.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il punto sui temi di attualità, ogni lunedì
Iscriviti e ricevi le notizie via email