A lezione da un Premio Nobel, non capita tutti i giorni. È l’occasione che hanno avuto l’altro pomeriggio studenti e dottorandi dell’Insubria, che ha accolto al Dipartimento di Scienza e alta tecnologia (Disat) Gerard ’t Hooft, Premio Nobel per la Fisica 1999, per il seminario “General Relativity on an S2 Sphere, applied to Black Holes“. A introdurre l’ospite sono stati la direttrice del Disat Michela Prest e i professori Ugo Moschella e Matteo Clerici. Il seminario, rivolto a studenti, dottorandi, ricercatori e docenti, è stato un momento di altissimo valore. L’argomento ha toccato uno dei grandi misteri della fisica contemporanea: i buchi neri e il loro ruolo nella comprensione della natura alla scala di Planck. L’orizzonte del buco nero è stato descritto come una regione dinamica, attraversata da particelle che entrano ed escono, dando vita a singolarità e a strutture che ricordano la teoria delle stringhe.

Professore emerito all’Università di Utrecht, Gerard ’t Hooft è considerato una delle menti più brillanti della fisica teorica: nel 1999 ha ricevuto il Premio Nobel, insieme a Martinus J.G. Veltman, per i contributi fondamentali alla teoria elettrodebole, pietra miliare nel cammino verso l’unificazione delle forze della natura. “Studiare i buchi neri – ha sottolineato in più occasioni Gerard ’t Hooft – significa cercare di capire le leggi ultime della realtà, là dove relatività generale e meccanica quantistica si incontrano”. “La presenza di Gerard ’t Hooft all’Insubria – ha detto la direttrice del Dipartimento Michela Prest – è un’occasione straordinaria per la nostra comunità scientifica e conferma l’eccellenza della ricerca in fisica all’interno del nostro ateneo”.

Rosella Formenti