La ricchezza

Un senso di colpa fortissimo che Sonia Bruganelli ha deciso di confessare. Confessare una debolezza che nessuno le ha mai riconosciuto. «Avrei dovuto fermarmi ed elaborare il dolore, invece, mi sono buttata nel lavoro e ho cercato successi che mi facessero apparire forte. Mi sono data allo shopping compulsivo. Mi sono at teggiata a str…za perché nessuno pensasse che soffrivo. Invece…». «Per anni – racconta ancora – ho inseguito un ideale di maternità irrealizzabile. Abbiamo cercato subito un altro figlio. È nato Davide, poi Adele, ma mi sono scontrata col fatto che questo non rendeva la mia famiglia “normale”». Ma capire tutto questo non è stato semplice. Poi «quando ho traslocato nella casa nuova, guardando la mia cabina armadio, ho pensato: questa è la mia cartella clinica. Era un delirio di loghi di stilisti, scarpe, borse… Ho cercato conforto nel lusso e so di aver infastidito chi aveva problemi diversi. (…) Era il modo di dirmi che potevo avere tutto, perché in realtà quello che volevo era la salute di mia figlia, che era impossibile. Oggi, il vuoto non c’è più, lo riempiono i figli. E ho un’altra compulsione, quella di renderli felici».