di
Paolo Mereghetti

Il film di Andrea De Sica ripercorre il delitto Casati Stampa; quello di Vincenzo Alfieri ricostruisce invece le 24 ore dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte

Due film italiani in concorso, entrambi ispirati a fatti di cronaca, ma con due risultati opposti. Gli occhi degli altri di Andrea De Sica ricostruisce con molta libertà lo scandalo e il delitto Casati Stampa, affidando a Jasmine Trinca e Filippo Timi i ruoli della coppia.

All’origine c’è il desiderio di «sfatare la spensieratezza degli anni Sessanta» [De Sica dixit] e raccontare quello che potrebbe apparire un antesignano dei femminicidi.



















































Ma l’idea di rileggere quella storia come una specie di tragedia metafisica e metaforica, tutta chiusa in un’isola sbattuta dai marosi (il delitto in realtà avvenne a Roma città), tra amici parassiti e amanti prezzolati, non riesce a rendere credibile la riflessione sul potere del maschio e la sottomissione (compiacente) della donna, lasciando a dei corpi nudi senza vigore il vano compito di accendere o la riflessione o la fantasia.

Ben diverso il risultato di 40 secondi, che ricostruisce con una pignoleria quasi cronometrica il delitto di Willi Monteiro il 6 settembre 2020. La sceneggiatura, tratta dal romanzo di Federica Angeli, non cerca troppe sfumature: i «buoni» e i «cattivi» sono subito chiari.

Ma è la regia di Vincenzo Alfieri, che usa magnificamente una macchina da presa mobilissima, a restituire la rabbia e l’aggressività che cova nei ragazzi e che sembra aspetti solo un pretesto per esplodere, come in questo caso un complimento sgarbato.

Più che i dialoghi (a volte quasi incomprensibili nella loro veemenza) sono i corpi e i volti – e il modo in cui sono filmati – che sanno trasmettere un’insoddisfazione repressa da sempre pronta a scoppiare. Irrazionalità pura, violenza come unica misura della propria identità, ma anche una cultura che non sa e non vuole riconoscere l’altro, dove la donna è sempre oggetto (di possesso, di vanto, di godimento) sono le molle che riescono a muovere i ragazzi e che un gruppo di volti muovi (Gheghi, De Vivo, Puccilli, Borello, tra gli altri) sa restituire in maniera credibile e convincente.

18 ottobre 2025