I prezzi dei carburanti mostrano un leggero calo nella media nazionale, secondo le ultime rilevazioni di Staffetta Quotidiana basate sui dati dell’Osservatorio prezzi del MIMIT. A fare eccezione è il metano, che registra un piccolo aumento.
I prezzi
Ecco i prezzi medi in self-service:
- benzina a 1,698 €/l (-0,001 €);
- gasolio a 1,627 €/l (-0,001 €).
Come sempre, si risparmia scegliendo le “pompe bianche” (1,691 €/l per la benzina e 1,620 €/l per il gasolio) rispetto ai distributori delle major (1,701 €/l e 1,630 €/l).
Anche per il rifornimento assistito la flessione è di un millesimo:
- benzina servito a 1,840 €/l;
- gasolio servito a 1,768 €/l.
In questo caso, il divario tra compagnie (1,880 €/l per la benzina, 1,808 €/l per il gasolio) e pompe bianche (1,762 €/l e 1,690 €/l) si fa più marcato.
Quasi tutto invariato per i carburanti gassosi, ad eccezione del metano:
- il GPL è stabile a 0,691 €/l;
- il metano è in leggero rialzo a 1,412 €/kg;
- infine, il GNL è in lieve calo a 1,234 €/kg.
Il caro-prezzo in autostrada
Come prevedibile, i listini nelle stazioni autostradali confermano un forte sovrapprezzo. I valori medi rilevati sono:
- benzina self a 1,800 €/l;
- benzina servito a 2,061 €/l;
- gasolio self a 1,740 €/l;
- gasolio servito a 2,007 €/l
- GPL a 0,832 €/l;
- metano a 1,496 €/kg;
- GNL a 1,297 €/kg.
I prezzi nelle regioni
Di seguito, ecco i prezzi di benzina e gasolio nelle regioni italiane:
Benzina (€/l)
Gasolio (€/l)
Prezzi in aumento? Cosa aspettarsi
Alla luce di queste differenze, le associazioni dei consumatori ribadiscono un consiglio pratico: pianificare i rifornimenti. Evitare le stazioni autostradali e consultare regolarmente l’Osservatorio Prezzi del MIMIT per localizzare i distributori più convenienti può tradursi in un risparmio tangibile, soprattutto per i pendolari e chi viaggia frequentemente.
Il mercato dei carburanti rimane estremamente volatile. Secondo gli analisti, i prezzi funzionano da termometro sensibile a una serie di fattori esterni, primo tra tutti le tensioni geopolitiche internazionali, a cui si aggiungono le oscillazioni del prezzo del Brent sui mercati e l’andamento dei costi logistici e di raffinazione. Questa combinazione di variabili può innescare rialzi o ribassi anche repentini nel giro di poche settimane.
Dal lato dell’offerta, le Major petrolifere giustificano le loro tariffe più elevate richiamando le dinamiche internazionali del greggio e i costi di raffinazione. Al contrario, le “pompe bianche” fondano la propria competitività su margini di guadagno più ridotti e su modelli operativi più snelli, strategia che permette loro di offrire prezzi al litro sistematicamente più bassi.
In futuro benzina a 2 euro al litro
Secondo le ultime rilevazioni del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il prezzo medio nazionale della benzina servita si aggira oggi attorno a 1,92 euro al litro, mentre il diesel è poco sotto 1,85 euro. Se il trend del petrolio dovesse consolidarsi, è plausibile attendersi un ritorno verso quota 2 euro, soglia psicologica che negli ultimi anni è diventata sinonimo di allarme per automobilisti e trasportatori.