Un carattere diverso dagli altri

Rispetto a molti altri suoi colleghi in Formula 1, Lando Norris ha mostrato – soprattutto negli ultimi anni – di avere un carattere diverso. Se Max Verstappen dà l’idea all’esterno di essere pronto a tutto pur di vincere e Oscar Piastri si sta costruendo la fama di pilota ‘glaciale’ dal punto di vista emotivo, l’inglese della McLaren è invece spesso stato criticato per una presunta mancanza di cattiveria agonistica e di resistenza nei momenti di massima pressione.

Quest’anno più che mai Norris ha i fari puntati addosso visto che è in piena lotta per la conquista del suo primo titolo iridato in carriera proprio con il compagno di squadra Piastri. Attualmente la classifica al giro di boa della stagione vede l’australiano in vantaggio di otto lunghezze, ma Norris dopo un periodo negativo culminato con il ritiro in Canada è reduce da due vittorie consecutive che ne hanno rilanciato le ambizioni.

In un’intervista molto interessante rilasciata al canale YouTube ufficiale del team McLaren il classe 1999 inglese si è ‘sbottonato’ raccontandosi soprattutto da un punto di vista personale. Ne è emerso il ritratto di un ragazzo che certamente può piacere o meno, ma che si conferma diverso dai cliché ‘classici’ del pilota.

La pressione e il sogno iridato

“Ogni individuo ha i suoi sogni e le sue aspirazioni. E ovviamente, il mio è vincere e salire sul gradino più alto. Ma ho iniziato a correre solo perché amo guidare, non perché volessi vincere una gara – ha spiegato Norris in una parte del video – anche se il 99% sta nel vincere e salire sul gradino più alto, c’è il senso di realizzazione all’interno della squadra, il rendere felici i membri del team, il dare loro ciò per cui lavorano duramente, piuttosto che il senso di autorealizzazione. La mia più grande fonte di motivazione è la mia squadra“.

Riguardo alla pressione – argomento sempre delicato quando si parla di Norris, anche per via dei problemi di salute mentale che lui stesso ha confessato di aver vissuto all’inizio della sua avventura in F1 – il britannico ha raccontato di averla sentita in particolare al termine della scorsa stagione. Non però per la sua battaglia iridata, terminata anzitempo nella sfida con Max Verstappen, quanto piuttosto per la sfida tra i Costruttori che ha riguardato il suo team: “Il momento in cui ho sentito la pressione maggiore è stata Abu Dhabi la scorsa stagione – ha ammesso Norris – semplicemente perché in quel momento sentivo di avere tutta la squadra sulle spalle. Molte persone, in quel momento, dipendono da te per vincere il campionato o meno. Le puoi rendere molto felici oppure no. E sapevo di doverlo fare. È stata una bella storia. Quindi è stato un piacere farne parte“.

Infine Norris ha parlato del suo sogno di vincere il titolo Piloti, che però non è legato a un bisogno di vedere il proprio nome ricordato nel futuro: “Il mio sogno è quello di diventare campione del mondo, ma è una cosa personale – ha chiosato Norris – non è qualcosa per cui vorrei che la gente si ricordasse di me tra 30 anni. Anche perché penso che il mondo vada avanti in fretta e probabilmente [l’aver vinto il Mondiale] non significherà molto tra 30 anni. Quindi sì, probabilmente [vorrei essere ricordato] solo per essere stato una brava persona, più che altro”.