Il Marvel Cinematic Universe è noto per la sua capacità di intrecciare fili narrativi, rimandi e citazioni che spesso si svelano solo a distanza di anni. Tuttavia, nell’ultimo di questi casi la connessione è stata così sottile che persino molti fan non se ne erano accorti. Con l’arrivo di Wonder Man, in uscita su Disney+ il 27 gennaio 2026, i Marvel Studios chiuderanno una trilogia lunga 13 anni che nessuno aveva mai riconosciuto come tale: quella dedicata al personaggio più improbabile dell’intero MCU, Trevor Slattery, interpretato da Sir Ben Kingsley.
Apparso per la prima volta in Iron Man 3 (2013) come un attore fallito ingaggiato per impersonare il Mandarino, Trevor era nato come parodia della propaganda e del concetto di villain costruito a tavolino. La sua interpretazione goffa e irresistibile lo aveva reso un’icona comica, ma anche una figura tragicamente umana. Dopo quell’apparizione, sembrava destinato all’oblio – finché Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli (2021) non lo ha riportato al centro della scena, legandolo ancora una volta al tema della finzione e dell’identità.
Ora, con Wonder Man, il cerchio si chiude. Secondo Brad Winderbaum, capo di Marvel Television, la nuova serie offrirà un compimento inaspettato alla storia di Trevor, trasformandola in una sorta di trilogia non pianificata: «Il suo arco narrativo ha finito per diventare una trilogia, anche se non era nei piani. È una delle cose più sorprendenti che ci siano capitate».
Nella serie, Yahya Abdul-Mateen II interpreta Simon Williams, uno stuntman e aspirante attore che tenta di rilanciare la propria carriera interpretando il supereroe Wonder Man in un film. Ed è proprio su quel set che incontra Trevor Slattery, anche lui di nuovo in cerca di riscatto nel mondo dello spettacolo dopo le disavventure vissute con i Dieci Anelli. È un incontro che promette momenti di ironia, malinconia e riflessione sul confine tra eroe e performer, realtà e finzione.
L’idea di affiancare due attori in declino – uno fittizio, l’altro eroe riluttante – rappresenta una svolta metanarrativa per il Marvel Cinematic Universe. Dopo anni di battaglie cosmiche e cataclismi, Wonder Man riporta l’attenzione sull’industria dello spettacolo, sulla costruzione dell’immagine pubblica e sull’identità di chi si nasconde dietro la maschera. Trevor Slattery, con la sua ingenuità e la sua fame di applausi, diventa così un simbolo tragicomico dell’intero sistema Marvel, un attore intrappolato nel ruolo più grande di lui.
Il ritorno di Kingsley non è solo un omaggio alla lunga storia del franchise, ma anche un segno del nuovo corso di Marvel Television, che sta gradualmente abbandonando le miniserie autoconclusive per costruire archi narrativi più ampi e coerenti. Daredevil: Born Again ha già confermato una terza stagione prima ancora del debutto della seconda, mentre per Your Friendly Neighborhood Spider-Man e X-Men ’97 sono state ordinate più stagioni. Wonder Man, sviluppata prima di questa nuova direzione, potrebbe diventare un punto di passaggio: la chiusura di un’era e l’inizio di un’altra.
E chissà che non ci sia spazio per un ulteriore capitolo. Durante un intervento pubblico, Winderbaum ha lasciato intendere che la storia potrebbe non fermarsi alla prima stagione: «Dopo Wonder Man… beh, dipende tutto da voi. Se la guardate, ne faremo di più». Una frase che suona come un invito ai fan a chiudere il cerchio, tredici anni dopo l’esordio di Trevor in Iron Man 3, e forse a tenere aperta la porta a nuove, inattese evoluzioni di uno dei personaggi più bizzarri e umani mai apparsi nel Marvel Cinematic Universe.
Fonte: ComicBook
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