Silva Toffanin ha ospitato Paolo Ciavarro nel suo studio. A sette mesi dalla morte di sua madre, Eleonora Giorgi, ha spiegato come le cose vadano sempre meglio, giorno dopo giorno. Lentamente si “normalizza” il dolore e, al netto di un anno complesso, va meglio anche perché “sono riuscito a concentrarmi sul lavoro e la famiglia, il che mi ha aiutato a soffrire un po’ meno”.

Il dolore si trasforma

L’addio a una persona cara comporta, tra le tantissime sfumature di dolore, anche l’esperienza delle prime volte. È il caso del primo compleanno di Eleonora Giorgi, che sarebbe stato il prossimo 21 ottobre. Una data quasi condivisa con il figlio Paolo Ciavarro, nato il 22. Ancora vive le immagini di ottobre 2024 e ora tutto sarà diverso.

“Solitamente festeggiavamo il suo e poi a mezzanotte il prima. Ora sarà diverso ma anche bello, perché ogni volta che la ricordo è una cosa bella. La sofferenza si sta trasformando. Il ricordo era inizialmente solo doloroso. Invece ora quando la guardo è bello. Il vuoto che ha lasciato, però, credo non verrà mai colmato”.

In questi mesi si è sentito molto solo, ha spiegato alla Toffanin. Era solito chiamare sua madre ogni sera, trascorrendo ore al telefono. Erano legatissimi e quell’affinità svanita oggi fa male.  Per distrarsi, si è dedicato alle sue vecchie passioni, dai Lego alla pittura.

“Tutto questo mi rilassa ma ancora mi capita di avere dei momenti in cui piango e mi libero dal dolore. Non lo faccio però davanti alla mia famiglia e forse sbaglio. C’è però qualcosa di bello, perché la sento ancora vicina”.

I ricordi più difficili

Impossibile trattenere le lacrime dopo il filmato memoriale preparato dalla produzione di Verissimo. Un’ondata di immagini che lo ha travolto ma in senso positivo. A casa tiene sempre vivo il suo ricordo ma, per tutela personale, tutto va fatto con i tempi giusti. È per questo che non ha ancora aperto tutte le sue scatole.

Eleonora Giorgi era infatti solita conservare tutto, soprattutto se connesso a momenti speciali e a persone care. Paolo ha spiegato però d’essere partito dalle foto e di non aver ancora intaccato la collezione di ricordi enorme che c’è in casa.

“Quei ricordi lì, materiali, non ho ancora avuto il coraggio di toccarli. Non mi sento ancora pronto. Dovrà ancora elaborare ma sono certo che un giorno accadrà così, d’improvviso”.

Una forza improvvisa

Ritrovarsi a vivere quest’esperienza traumatica ha inoltre posto Paolo Ciavarro dinanzi a una parte del suo carattere che non conosceva. Nella fase della malattia e dopo la morte di Eleonora Giorgi, ha infatti sfoderato una grande forza d’animo.

“Ho sempre visto mio fratello come l’uomo forte, sul quale poi mi sono appoggiato in questo anno. Nell’inversione dei ruoli con mia madre, perché da figlio poi diventi genitore, mi sono accorto d’essere riuscito a diventare importante per mamma e anche per Andrea. Tutta questa sofferenza i ha reso più uomo, un padre migliore e un marito migliore”.

Il rapporto con il fratello

La vita è piena di fasi differenti e ciò ha un impatto anche sui rapporti familiari. Paolo e Andrea hanno infatti vissuto momenti di separazione prolungati, dovuti a svariati motivi. In questo, però, Eleonora Giorgi è stata grande, spiega il secondogenito.

Nella fase della sua malattia ha saputo ricucire laddove un vero strappo non c’era ma la distanza poteva creare danni. Sapeva che i due fratelli avrebbero avuto bisogno più che mai d’essere uniti e così li ha rimessi insieme.

“Io e Andrea siamo sempre stati uniti ma la vita può portarti, vuoi o non vuoi, ad allontanarti. I motivi sono vari, dal lavoro alle famiglie. Mamma invece ci ha riuniti e ora siamo inseparabili. Contiamo sempre l’uno sull’altro e ora ce l’ho accanto ogni giorno, perché ha iniziato a lavorare con me a Forum”.