Si fa fatica a capire se il ciclismo mondiale sia amministrato da gente inadeguata o se siamo piuttosto noi italiani a essere costantemente in equilibrio instabile. Fuori tempo e allineati a standard superati. L’ultima in tema di partecipazione alle corse è la norma che dispone il divieto per le squadre professional di partecipare alle corse internazionali U23. Una doccia fredda per la VF Group-Bardiani-Faizanè, che con il suo gruppo dei giovani ha conquistato quasi 500 punti anche nelle corse U23. Una doccia molto più fredda per la MBH Bank-Ballan, che nel passare da continental a professional ha ingaggiato fior di U23, immaginando di poter fare il calendario di sempre. E doccia fredda anche per il Team Polti che per seguire le impronte di Reverberi, ha ingaggiato a sua volta corridori molto giovani.

Pertanto, quando contattiamo Roberto Reverberi perché dia un voto ai suoi quattro anni di attività con gli U23, il tono non è dei più entusiasti e presto il motivo è spiegato. Nel fare le regole, qualcuno si è preoccupato di verificare i contratti in essere?

«In un primo tempo avevano detto che non potevano più andare in nazionale quelli delle professional e anche del WorldTour – dice Reverberi – dalla settimana scorsa è uscita questa nuova regola. Ho provato a sentire Brent Copeland (i team manager della Jayco-AlUla è presidente dell’associazione dei gruppi sportivi, ndr) e mi ha detto che la settimana prossima facciamo una riunione per vedere se si riesce a sbloccare la situazione. L’UCI  ti deve avvisare almeno un anno prima quando cambia un regolamento del genere, perché noi abbiamo tutti i contratti con i corridori e adesso dove li portiamo a correre?».

Per Reverberi, Pellizzari è il risultato più fulgido del gruppo giovani creato dal team reggiano (foto Filippo Mazzullo)

Per Reverberi, Pellizzari è il risultato più fulgido del gruppo giovani creato dal team reggiano (foto Filippo Mazzullo)

Che cosa succederà secondo te?

Va a cadere tutto il discorso che portiamo avanti da quattro anni. In pratica gli juniores andranno nelle devo e quelli un po’ peggio andranno nelle squadre dei dilettanti italiani. E alla fine noi non li prenderemo neanche più, come facciamo? Dovremmo portare ragazzi di 18 anni a fare subito le gare professionistiche? La nostra esperienza è stata positiva. Nella prima covata che abbiamo preso c’erano Pellizzari, Pinarello che va nel WorldTour con la Israel. Scalco va con la XDS-Astana. E vedrete che anche Paletti e qualcun altro nel giro di due anni faranno il salto. 

Una volta ci dicesti che due anni bastano per vedere tutto.

Pinarello ci ha messo un pelino di più e Scalco anche. Non è mica detto che tutti quanti siano come Finn, che arriva e va subito forte. E poi anche lui dovrà misurarsi con i professionisti e vedrà che la musica è diversa. Anche Turconi ad esempio è fortissimo, ha un motore incredibile, però gli serve un po’ più tempo. C’è chi ci mette un anno, chi ce ne mette due, chi ce ne mette tre. Come quando nei dilettanti, qualcuno passava a 21 anni e altri aspettavano i 24. Sapete piuttosto che cosa dovremmo fare forse? Me lo ha detto un amico preparatore…

Turconi quest’anno ha vinto il Trofeo Piva (foto Pederiva) e il Medio Brenta, arrivando 5° al Giro. Reverberi aspetta che cresca ancora

Turconi quest’anno ha vinto il Trofeo Piva (foto Pederiva) e il Medio Brenta, arrivando 5° al Giro. Reverberi aspetta che cresca ancora

Che cosa?

Dovremmo andare a ripescare tutti i corridori italiani che vanno nelle devo e che poi ritornano indietro, perché tanto tornano indietro e dopo fanno fatica a trovare una squadra. Non li portano tutti nel WorldTour, non è credibile. Per ora, guardando fra i giovani, abbiamo preso il fratello di Turconi, che si chiama Matteo. E poi Manenti dalla Hopplà. Adesso siamo a 20, vediamo se salta fuori qualcos’altro anche come sponsor. Stiamo facendo un po’ di ricerche, così vediamo se nel giro di 15-20 giorni cambia qualcosa. In giro ci sono elementi buoni, soprattutto dopo le varie fusioni.

La storia insegna che anche gli elite di valore possono avere un futuro. Chi si sarebbe aspettato Fiorelli alla Visma?

Filippo ha iniziato a correre tardi. E’ un caso un po’ anomalo, perché prima correva con gli amatori. Poi lo ha preso Massini che lo ha tirato su, ma ha perso un sacco di tempo. Aveva sempre problemi con il peso, ha preso tante parole. Quando arriva a 67 chili va come una moto, se sale a 69-70 chili la caratteristica di andare bene in salita viene un po’ meno. Nel senso che se ha il peso giusto, riesce a scollinare con i migliori, altrimenti perde i 10-15 secondi che gli impediscono di arrivare alla volata. Ha vinto pochissimo solo per questo, invece quest’anno che si è messo in riga, ha fatto una stagione più costante, almeno fino al Giro.

Tarozzi al Giro d’Italia ha vinto il Red Bull KM, trofeo dedicato a chi è rimasto in fuga per più chilometri

Tarozzi al Giro d’Italia ha vinto il Red Bull KM, trofeo dedicato a chi è rimasto in fuga per più chilometri

Nella testa di Roberto Reverberi, chi prenderà il posto di Scalco e Pinarello?

Probabilmente Turconi e Paletti, i giovani da cui ci aspettiamo un po’ più continuità. Invece i corridori da cui vorremmo anche qualche risultato in più sono Marcellusi, Magli e quelli più esperti. Lo stesso Zanoncello, che deve un po’ migliorare. Tarozzi, che è un corridore particolare perché è un uomo da fuga e ne abbiamo bisogno. Quest’anno al Giro ha vinto il Premio Red Bull per i chilometri di fuga e a noi uno così fa gioco.

Non avendo più il gruppo dei giovani, la struttura tecnica rimane la stessa?

Sì, avremo ancora i soliti quattro direttori sportivi, cioè Rossato, Donati, Amoriello ed io. Gli stessi preparatori, cioè Borja e Andrea Giorgi. Sempre lo stesso medico. Qualcuno del personale si sposta, chi va alla UAE e chi alla Visma. Come vedete forniamo talenti al WorldTour anche per lo staff. Ce ne sono tanti sparsi nel gruppo. E poi avremo ancora le bici De Rosa, avevamo già prolungato il contratto.