Allargando lo sguardo al livello regionale, l’Emilia-Romagna figura tra le aree più colpite d’Italia. UnoBravo segnala che il 21% dei lavoratori emiliano-romagnoli (1 su 5) presenta due o più dimensioni del burnout contemporaneamente, cioè esaurimento emotivo, distacco psicologico e senso d’inutilità. È un dato superiore alla media nazionale e tra i più alti nel Paese. Particolarmente vulnerabili risultano le donne tra i 25 e i 44 anni, spesso coinvolte nella cura familiare e soggette a orari intensivi o flessibili solo sulla carta.
Nelle città come Modena, Reggio Emilia e Parma, la crescente competitività tra imprese e la digitalizzazione dei processi produttivi aumentano la pressione sugli individui. Anche chi lavora da remoto non è risparmiato: lo smart working, se non ben regolamentato, espone a un rischio maggiore di isolamento, senso di disconnessione e perdita di confini tra lavoro e vita privata.