di
Marco Bonarrigo
Dietro alle prestazioni estreme ci sono un metodo di allenamento che migliora l’efficienza dei mitocondri nel produrre energia e la capacità di ingerire enormi quantità di carboidrati in gara
Nelle prime due settimane di un Tour de France 2025 che sta dominando in modo schiacciante, Tadej Pogacar ha stabilito due record, due performance atletiche straordinarie. Al contrario dell’atletica leggera, dove i primati sono facilmente registrabili e confrontabili, pesare le prestazioni nel ciclismo è più complesso. Nello scalare l’Hautacam, celebre vetta pirenaica, lo sloveno ha realizzato una velocità ascensionale media di oltre 1.800 metri/ora, senza precedenti su una durata di 35’. Nella cronoscalata verso Peyragudes, invece, Pogi ha superato i 2000 metri/ora in uno sforzo di 17’.
In salita come una moto
La velocità ascensionale è un parametro aeronautico che permette di determinare quanto si impiega a raggiungere da terra una determinata quota. Pogacar divora mezzo metro di dislivello al secondo in una salita lunga e 0.6 metri quando l’ascesa super da poco il quarto d’ora. Praticamente una moto.
Nessuno ha mai fatto meglio e nemmeno nei tempi (terribili) in cui i corridori avevano la cilindrata truccata dall’Epo. Il campione del mondo in carica, a soli 27 anni, corre verso la sua quarta vittoria al Tour. Trionfò imberbe nel 2020 e 2021, arrivò secondo nel 2022 e 2023 dietro al grande rivale Vingegard che ha distrutto nel 2024 e sta nettamente distanziando adesso.
Tre minuti più veloce dell’anno scorso
Le due sconfitte dal danese sono state l’elemento chiave che ha portato Pogacar a diventare il più forte ciclista del mondo. Nel 2022 cadde in un’imboscata tattica della Visma, nel 2023 non aveva recuperato la frattura al polso rimediata durante la Liegi-Bastogne-Liegi. Prendendo come parametro di riferimento l’Hautacam (presente sia nel 2022 che adesso), quest’anno Pogacar è salito quasi tre minuti più veloce del 2022, quando l’attacco del suo rivale lo mandò in crisi profonda. Vingegaard invece è stato 44” più lento del suo record. Morale: Pogi è enormemente migliorato, Vingo è solo leggermente peggiorato.
A Peyragudes lo sloveno ha realizzato una prestazione stratosferica ma Vingegaard, dimostrando di aver recuperato la batosta del giorno precedente, è comunque salito a razzo distruggendo talenti come Roglic ed Evenepoel. Un confronto reale si potrà fare solo dopo le Alpi, ma mentre Vingegaard (29 anni a dicembre) sembra aver già raggiunto e forse superato il picco di forma massima, Pogacar (27 anni a settembre) appare ancora in salita.
Il rapporto che nessuno ha (e il boom di carboidrati)
I fisiologi del ciclismo valutano gli atleti in base ai watt di potenza per chilo di peso corporeo che questi sono in grado di spingere sui pedali per una determinata distanza, considerando il parametro come una misura della potenza del motore. Pogi è il primo nella storia ad avvicinare i 7 watt/chilo, i suoi avversari toccano forse i 6 watt/chilo.
Un watt/chilo di differenza vuol dire che quando i suoi gregari (atleti di straordinario valore, che potrebbero puntare al Tour in molte altre squadre) spingono al massimo in salita lui è ancora perfettamente aerobico. Un watt/chilo di differenza vuol dire che quando Pogacar scatta ogni tentativo di seguirlo a ruota porta allo sfinimento.
Dietro alle prestazioni estreme di un atleta come Pogacar ci sono un metodo di allenamento studiato in laboratorio che migliora l’efficienza dei mitocondri nel produrre energia e la capacità sviluppata dall’atleta di ingerire enormi quantità di carboidrati in gara (fino a 130 grammi di miscele di fruttosio/glucosio sciolte nell’acqua della borraccia ogni ora) che alimentano questa «fabbrica della forza».
La domanda che ci si pone è se queste forzature metaboliche (ora molto diffuse tra i ciclisti) a lungo andare non possano creare problemi alla salute dell’uomo prima ancora che dell’atleta.
19 luglio 2025 ( modifica il 19 luglio 2025 | 14:38)
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