di
Stefano Montefiori

Il fondatore della rivista online «La Tribune de l’Art» attacca la gestione del museo: «Spesi milioni per fare una nuova entrata invece di investirli in sicurezza, è inaccettabile»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI – «Secondo le mie informazioni, un mese fa l’allarme della finestra è stato disattivato perché scattava a sproposito», dice Didier Rykner, 63enne critico d’arte diplomato all’École du Louvre, fondatore del giornale online La tribune de l’art che si occupa di politica culturale e da anni spina nel fianco della sindaca Anne Hidalgo e della presidente del Louvre, Laurence des Cars.

È certo che l’allarme sia stato disattivato?
«Un mese fa, sicuramente. Me lo hanno confermato diverse fonti e ho visto un documento che lo prova».



















































Potrebbe essere stato riattivato prima di ieri?
«Sì, in teoria. Ma evidentemente no, perché secondo la cronologia fornita dalle autorità l’allarme è suonato alle 9.37 e i banditi sono usciti alle 9.38. Questo prova che ha suonato quando ormai i ladri erano dentro e hanno rotto la vetrina dei gioielli, non quando hanno forzato la finestra del balcone per entrare».

Altre disfunzioni nella sicurezza?
«Certamente. Il montacarichi, per esempio. Come è possibile che un camion di quelle dimensioni sia stato portato lì dai banditi, comodamente parcheggiato in direzione opposta al senso di marcia, e manovrato una domenica mattina senza destare sospetti? Si è parlato di un cantiere ma in realtà in quel punto c’è solo una palizzata che è presente peraltro da anni, nessun lavoro in corso».

Lei critica la gestione del Louvre da tempo, ha attaccato l’ultimo progetto di costruire un’entrata in più.
«Invece di stanziare centinaia di milioni di euro per una nuova entrata, la presidente des Cars dovrebbe occuparsi della sicurezza del suo museo. Invece tace, il che è vergognoso». 

20 ottobre 2025