Sul sito di Altreconomia prosegue una storia di semi e piante, alberi e boschi in forme umane, un’esperienza generativa di comunità in giro per l’Italia raccontata senza fronzoli o autocompiacimento da chi la pratica. Non si tratta di “buone notizie” per consolare ma di “Germogli” che escono dal seminato per provare a cambiare le cose. Una rubrica-concime curata da Mauro Ferrari, sociologo, formatore specializzato nel welfare e nella progettazione sociale, nonché autore per la nostra casa editrice del fortunatissimo libro “Noi siamo erbacce” (2024). “Sono stato accolto, ascoltato. Ora tocca a loro”.

Il tour del mio libro “Noi siamo Erbacce” (Altreconomia 2024), mi ha portato a Genova, ospite di Bottega solidale per la rassegna Sapere per agire. L’obiettivo della botanica sociale è semplice quanto sovversivo: far saltare il banco del paradigma dell’utilità che informa il nostro intero ecosistema, da come trattiamo la natura a come giudichiamo gli esseri umani.

L’essere umano è, in fondo, un ospite provvisorio su questo Pianeta. Siamo abitanti provvisori, chiamati a riconoscerci in una relazione di reciprocità e di consapevolezza con l’ecosistema e con tutti gli altri. Vegetali, animali, acque, suoli, atmosfere. Dobbiamo scegliere: continuare sulla strada dell’autodistruzione dettata dal potere o “accettare la sfida della convivenza”.

L’incontro a Genova è stato prezioso proprio perché ci ha permesso di connettere teoria e pratica. Giuditta Nelli di Bottega solidale ha sottolineato che “conoscere è il primo passo per includere sempre più persone nella conservazione e nella creazione di un mondo più equo e solidale”. E la giornalista Giovanna Rosi ha saputo cogliere l’essenza di questa riscoperta, insieme a “Piante di strada. Erbario di Genova tra muri, crêuze e marciapiedi” di Mario e Mariasole Calpi (Tuss edizioni).

Un passeggiata botanica organizzata dalla Bottega solidale di Genova

“Con Mario Calbi ci siamo ritrovati per muri e marciapiedi -mi ha raccontato Giovanna- alla scoperta delle erbe spontanee: dalle minuscole piantine australiane tra le pietre di Palazzo San Giorgio, alla giuggiola africana, fino all’esplosione della vita sulle Mura di Malapaga. È un’esperienza che ci mostra quanto siano piccole meraviglie che calpestiamo ed eliminiamo quotidianamente, in nome di un decoro che è pura retorica”.

Questa retorica del decoro è la stessa che per secoli ha condannato il pomodoro: un tempo era considerato velenoso e ci sono voluti tre secoli perché assumesse suo ruolo attuale, quindi prima erbaccia poi pianta fondamentale e redditizio. Se pensiamo alla storia capiamo che le nostre categorie di “utile” e “dannoso” sono contingenti e tossiche.

La botanica sociale ci invita a riflettere su quanto cibo, identità, interazione e strategie migratorie siano correlate, riportandoci alla metafora dell’erbaccia, che può essere accolta, mangiata o distrutta. Questa riflessione si applica perfettamente alla società. A che cosa servono coloro che risultano poco produttivi, per niente performanti, non allineati: a tenere insieme il gruppo, a renderlo forte. Come nel film d’animazione “L’Era Glaciale”, dove è il bradipo, indisponente, pasticcione, senza qualità, a creare un’aggregazione pur se bislacca e meticcia, solida. La fragilità non è un costo ma una risorsa. Se l’umanità cerca rifugio nelle chiusure, nei muri e nelle barriere, il messaggio è chiaro: non dobbiamo privarci delle possibili opportunità che vengono dall’incontro con l’altro, l’insolito, il nuovo.

A conclusione dell’incontro, Giovanna Rosi ha tirato le fila, con grande lucidità. “L’accoglienza che abbiamo trovato a Bottega solidale, anche nella merenda con focaccia impastata con ortica e Gingerito, incarna la consapevolezza che cerchiamo. Come recita ‘l’Omelia Contadina’ di Alice Rohrwacher (un corto disponibile su YouTube), ‘ci avete seppellito, ma non sapevate che eravamo semi’.”

Mauro Ferrari è sociologo e formatore specializzato nel welfare generativo e nella progettazione sociale. Attualmente ricopre il ruolo di docente presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi). È coautore, insieme a Stefania Miodini, del libro “La presa in carico nel servizio sociale. Il processo di ascolto” pubblicato nel 2018 da Carocci. È anche autore di numerosi articoli e conduce seminari sulla botanica sociale.

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