Il team di Maranello si prende un podio super meritato con Leclerc. Il monegasco ha fatto impazzire Norris per tutta la gara, capace di recuperare il secondo posto solo nel finale. Una prova di forza alla quale ha partecipato pure Hamilton, capace di tenere alle sue spalle Piastri senza mai andare in affanno. Ed è proprio quello che serviva alla Rossa: reagire con carattere, mettendo a tacere le critiche.
La prova di carattere tanto attesa
Finalmente le gomme funzionano. Ne abbiamo parlato subito dopo la qualifica, certificando, dati alla mano, lo step in avanti sulla gestione delle coperture. Un qualcosa che, nell’attuale Formula 1, è fondamentale. D’altra parte, i compound sono l’unico punto di contatto della vettura con l’asfalto e, usati male, limitano fortemente il rendimento. Questo focus sulle mescole ha fatto centro anche in gara, con un’amministrazione ottima.
Ferrari ha preso un rischio con Charles. Partire con le Soft non era la mossa più semplice, tanto è vero che è stato l’unico della griglia nei primi dieci. Eppure tale provvedimento ha dato modo alla numero 16 di sopravanzare Lando, mettendo in piedi una corsa combattiva dove l’obiettivo primario era il secondo posto. Un bel salto di qualità rispetto alle recenti figuracce. Hamilton, dal canto suo, ha portato avanti una gara molto solida.
Bene anche la breve lotta tra i ferraristi, accesa ma sincera: ha fatto capire che ieri, oltre alla massima concentrazione, c’era pure la voglia di emergere. Di non lasciare nulla al caso. Di prevalere su tutto e tutti, pure sul compagno di squadra. La sete di successo, insomma, che alimenta la virtù al volante minimizzando i rischi. Al di là del valore dell’auto, è questa la Ferrari che i tifosi della Rossa vogliono e pretendono vedere.
La voglia di rivincita ha prevalso sulla pressione
La pressione si ritorce contro, è un qualcosa di non necessario. Le voci alimentate su Christian Horner al posto di Vasseur, Leclerc che ne ha le scatole piene e presto potrebbe lasciare la Rossa, le critiche al gruppo di lavoro sull’esecuzione del weekend, così come quelle alla vettura che, dalla pausa estiva in poi, sino al sabato di Austin, è spesso stata definita un carretto. Hamilton che oramai è vecchio e bla bla bla.
Insomma, chi più ne ha più ne metta. Tutto questo chiacchiericcio continuo sul team di Maranello ha portato a un incontro tra i principali membri della GES dopo il Gran Premio di Singapore. Per di più, a inizio settimana, il manager di Draveil ha pranzato con uno stretto collaboratore di Vigna. Un colloquio in cui il transalpino non le ha mandate a dire e si è sfogato parecchio.
Sosteneva che la pressione attorno alla storica scuderia fosse del tutto fuori luogo, e sommarla a quella enorme della pista non serviva. Era nocivo. Eppure, qualcosa è cambiato. Sin dal giovedì, il team ha fatto quadrato attorno a Vasseur. Togninalli ha partecipato alle interviste e, in linea generale, si notava una luce assai diversa negli occhi dei protagonisti. Era facile vederlo.
Una voglia estrema di dare di più, di ribellarsi a una situazione troppo penalizzante. Prova ne è la grande reazione dopo un venerdì molto difficile, alla quale ha partecipato tutta la squadra. Chi nutre la rivalsa non dà peso alla stampa, e magari prende spunto dalle critiche per dimostrare che le cose non stanno così. Si carica con la negatività che lo circonda per manifestare coi fatti una reazione.
Ecco… è proprio quello lo scenario che è andato in onda nel fine settimana a stelle e strisce, il secondo della campagna agonistica 2025: Ferrari ha finalmente tirato fuori le palle (era davvero ora) e ieri ha convinto tutti, ma proprio tutti. Forse i vari rimproveri reiterati che ha subito il Cavallino non hanno fatto poi così male, facendo emergere la voglia di rivincita per zittire i detrattori. Avanti così, per le prossime cinque gare.