di
Timothy Ormezzano
Il presidente granata a Radio Anch’io: «Il successo col Napoli ha dimostrato che con un tifo così non si può non vincere. Di ambizione ne ho da vendere, ma bisogna stare attenti a coniugarla con i bilanci in ordine»
Il Toro ha trovato un vero nove (anche se sulla schiena ha il numero 18) e intanto ha ritrovato l’entusiasmo del dodicesimo uomo in campo: «Simeone ha lo spirito Toro, ci piaceva da tempo. E con la spinta dei tifosi possiamo fare tutto», afferma il presidente granata Urbano Cairo sulle frequenze di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1. Tre gol stagionali, tre dispetti ad altrettante big: dopo Roma e Lazio, il Cholito ha colpito anche il Napoli, l’ex capolista nonché campione d’Italia in carica. Sabato sera il suo tiro da tre punti, il più classico dei gol dell’ex, ha restituito ai granata una vittoria in campionato che all’Olimpico-Grande Torino mancava dal 23 aprile (Toro-Udinese 2-0). Un successo che può riannodare i sogni dei tifosi alle aspirazioni di un presidente e di una squadra che potrebbe aver trovato la giusta sintesi per raggiungere traguardi importanti. «Quello di Simeone contro il Napoli è davvero un gol importante per noi. Abbiamo fatto bene contro la Roma qualche settimana fa e in generale con le grandi, anche perché in questo avvio di campionato abbiamo affrontato sei delle prime dieci squadre dell’anno scorso», prosegue Cairo, sottolineando l’avvio molto impegnativo della stagione granata.
Aspettando il recupero pieno di Zapata, il Toro si gode un bomber ritrovato come l’argentino, sabato schierato per la prima volta dall’inizio in coppia con il collega d’attacco Adams. Simeone lotta, trascina, segna. Ha il Toro addosso. E il suo futuro è sempre più granata: «Sicuramente sì, il suo è un prestito con riscatto che diventa obbligatorio in modo molto facile – precisa il patron granata -. Lo consideriamo un giocatore acquistato e siamo molto contenti. Simeone mi piaceva da tempo. Quest’estate ho detto al mister di prenderlo subito e anticipare tutti. A Simeone ci pensavamo già da tempo, già da gennaio della scorsa stagione. Il mister era felicissimo, abbiamo proceduto velocemente ed è stata un’ottima cosa averlo fatto. Ci crediamo molto, ha fatto benissimo in questo avvio di stagione. Ha proprio quello spirito Toro molto importante per la squadra e per tutti noi».
Toro-Napoli è finita con la curva Maratona in festa, illuminata dai telefonini accesi al grido di «vi vogliamo così». Il presidente Urbano Cairo torna su quell’unione squadra-tifo fondamentale per spingere il Cholito e compagni verso nuove imprese: «Sabato sera, dopo la partita, Simeone mi diceva che quando si gioca in uno stadio con un tifo così per tutta la gara è quasi impossibile non vincere. Ringrazio i tifosi. Ricordo che nel mio primo anno di presidenza, in cui partimmo che eravamo quasi un’armata Brancaleone, con un mercato fatto in una settimana a inizio settembre con gli scarti delle altre squadre, riuscimmo a salire in A grazie alla spinta spettacolare dei tifosi. Così come negli anni successivi, specie nell’anno dell’Europa League. Tutto questo per dire: con la spinta dei tifosi riusciamo a fare delle cose altrimenti impossibili».
Su Radio Anch’io Sport si parla quindi della possibilità o meno di fare combaciare l’ambizione con la gestione oculata dei conti. Sono davvero due rette parallele, che nel mondo del pallone non si possono incrociare? «No, si devono incrociare, è molto importante che si incrocino. Non si può dire che io non sia ambizioso, lo sono moltissimo. È chiaro che è fondamentale una gestione oculata del club. Nel 2005 il Torino era appena fallito, quindi bisogna stare molto attenti. Le ambizioni sono al massimo possibile, è fondamentale sognare in grande: questo è un mio must. Poi purtroppo si commettono anche degli errori». Cairo torna quindi sull’investimento più costoso della sua ventennale presidenza granata: «L’ho fatto nel 2019 dopo un settimo posto e un’Europa League sfiorata: comprai Simone Verdi, mi costò 25 milioni e purtroppo non fu un acquisto dei migliori. Ambizione ne ho da vendere, ma bisogna stare attenti a coniugarla con i bilanci in ordine. In questi ultimi anni, con il Covid che ha falcidiato i bilanci di tutte le squadre, c’è stata un’aggravante. E purtroppo il calcio italiano non è stato minimamente aiutato dal governo».
IIn merito alla proposta di Gravina di uno stage per la Nazionale di preparazione in vista dei probabili playoff per i Mondiali 2026, e alla possibile posizione della Lega Calcio, il presidente Cairo spiega «L’argomento non è ancora stato posto all’ordine del giorno. Quando ci sarà, la mia risposta sarà certamente sì. Per noi è assolutamente fondamentale andare al Mondiale, ne abbiamo persi già due. Questo non va mancato. Dobbiamo fare tutto quello che serve per far sì che la Nazionale vada al Mondiale».
Il presidente granata è molto meno convinto della scelta di far giocare Milan-Como in Australia, dall’altra parte del pianeta, per rendere più appetibile il prodotto-Serie A: «Non è una cosa che apprezzo molto. L’unica ragione per cui può essere giustificabile è il fatto che si porti in giro per il mondo il nostro calcio. Ma certamente non lo porti con un evento come Milan-Como a Perth. Da parte mia non la vedo come una cosa positiva, secondo me non è da fare. A maggior ragione se poi può sacrificare lo stage per la Nazionale».
In chiusura il pensiero vola già al derby Juventus-Torino del 9 novembre all’Allianz Stadium. Ma Urbano Cairo frena, ogni cosa a suo tempo: «Cosa darei per vincerlo? Adesso non devo dire nulla. Lo prepareremo nel migliore dei modi. Ma ne parleremo al momento giusto».
20 ottobre 2025 ( modifica il 20 ottobre 2025 | 09:50)
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