di
Ruggiero Corcella

Cosa c’è da sapere sul virus West Nile (Wnv). Appartiene alla famiglia dei Flaviviridae. È diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. Non si trasmette da persona a persona, ma attraverso la puntura di zanzara, in particolare la specie Culex. Al momento non esistono vaccini

Una  donna di 82 anni, residente a Nerola, in provincia di Roma, è deceduta all’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi (Latina) per virus West Nile, malattia infettiva tramessa dalle zanzare. L’82enne era stata ricoverata il 14 luglio scorso per febbre e stato confusionale.

Come si trasmette il virus del Nilo occidentale?

La febbre West Nile è una malattia provocata dal virus West Nile (Wnv), della famiglia dei Flaviviridae. È diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. Non si trasmette da persona a persona, ma attraverso la puntura di zanzara, in particolare la specie Culex. Altri serbatoi sono gli uccelli selvatici e alcuni mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. In Europa meridionale il virus è ormai stabilmente presente negli uccelli; a inizio 2000 sono stati segnalati i primi casi di cavalli infetti, in Toscana, quindi dal 2008 in poi si sono avute infezioni nell’uomo in varie regioni italiane. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.



















































Quali sono i sintomi?

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo, ma in due casi su dieci il virus può provocare febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e variano molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente febbre leggera, nei giovani febbre alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Circa una persona su 5 infettata dal virus sviluppa febbre e circa una persona su 150 sviluppa una malattia grave che colpisce il sistema nervoso centrale (meningite o encefalite). Circa una persona su 10 che sviluppa problemi neurologici muore a causa della malattia.

Quali sono le terapie?

Al momento non esitono vaccini contro West Nile. Sebbene alcuni vaccini sperimentali siano stati sviluppati e testati in studi clinici, nessuno ha ancora raggiunto la fase di diffusione su larga scala. In caso di infezione sono consigliati: riposo; idratazione, bevendo molti liquidi; farmaci da banco per alleviare la febbre e il dolore, come paracetamolo o ibuprofene. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Come viene fatta la diagnosi?

Attraverso test di laboratorio su siero o fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), quindi la positività ai test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi: è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può essere fatta attraverso Pcr o coltura virale

Come ci si può difendere dalle zanzare?

Il solo modo è la prevenzione che consiste nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Per proteggersi: usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; mettere zanzariere alle finestre; svuotare spesso i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante; cambiare l’acqua nelle ciotole per gli animali; tenere le piscinette per bambini in posizione verticale quando non vengono usate.

21 luglio 2025 ( modifica il 21 luglio 2025 | 06:55)