Israele risponde con un raid a un attacco subito vicino a Rafah. Hamas: «Non siamo stati noi». L’ipotesi di milizie fuori controllo. Washington invita Netanyahu a reagire «in modo proporzionato». Vance, Witkoff e Kushner presto di nuovo a Gerusalemme.La fragilissima tregua tra Israele e Hamas all’interno della Striscia di Gaza è appesa a un filo. Sono ore in cui può succedere tutto e il contrario di tutto. La tensione è altissima sul terreno, continue le accuse e le controaccuse da entrambe le parti. L’escalation è iniziata ieri al mattino, quando l’esercito di difesa israeliano ha lanciato un raid aereo su Rafah come risposta ad un attacco terroristico avvenuto contro gli uomini dell’Idf presenti lì sul campo. Due i soldati israeliani morti, tre i feriti. Secondo una prima ricostruzione dei fatti diffusa dalla stampa locale, «agenti terroristici» hanno lanciato un attacco contro le forze israeliane a Rafah, spingendo l’Idf a dare il via ad attacchi aerei nella zona. Un episodio che ha segnato una nuova violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas. Il gruppo terroristico ha negato con fermezza sostenendo che Israele avrebbe finanziato e armato le milizie attive che sarebbero all’origine di queste violenze.Le Brigate Al Qassam, l’ala armata di Hamas, hanno pubblicamente affermato di mantenere il loro «pieno impegno» per il cessate il fuoco in tutte le aree della Striscia di Gaza e di dissociarsi dagli attacchi contro l’esercito israeliano nel Sud del territorio. Sempre per vie ufficiali hanno poi chiarito di non essere a conoscenza di «alcun incidente o scontro» a Rafah, nel Sud di Gaza.Insomma, secondo Hamas le ipotesi sono due: Israele si sarebbe attaccata da sola organizzando un complotto per giustificare nuovi attacchi su Gaza; oppure gli attacchi sarebbero partiti da brigate fuori dal controllo di Hamas, cani sciolti che avrebbero agito senza coordinarsi. Ipotesi plausibile che evidenzia quanto Hamas abbia completamente perso la sua sfera d’influenza a Gaza. L’Idf ha spiegato che agenti terroristici palestinesi hanno sparato con lanciarazzi e cecchini. Le truppe israeliane sono state attaccate mentre stavano operando sul lato orientale della Linea Gialla (area sotto il controllo dell’Idf in linea con l’accordo di cessate il fuoco) per distruggere le infrastrutture terroristiche nella zona «in conformità con l’accordo». La reazione israeliana si è tradotta in attacchi aerei con caccia e bombardamenti di artiglieria a Rafah per «rimuovere le minacce». Secondo il canale saudita Al Hadath l’obiettivo di un attacco israeliano nella Striscia di Gaza centrale lanciato questa mattina era Yahya Al Mabhouh, comandante delle forze Nukhba, l’unità d’élite dell’ala militare di Hamas, nella Striscia di Gaza settentrionale. Reazioni in campo e reazioni politiche. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, dopo una riunione con il ministro della Difesa, Israel Katz, e i vertici della sicurezza a seguito delle notizie arrivate da Rafah, ha ordinato all’esercito di agire «con tutta la forza», ordinando anche lo stop degli aiuti umanitari a Gaza. Oggi comunque i valichi saranno riaperti e ripartirà la consegna degli aiuti. Forte la pressione politica che naturalmente arriva dai ministri di destra Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich. «Invito il primo ministro a ordinare la ripresa completa delle operazioni di combattimento nella Striscia con la massima forza», ha scritto Ben-Gvir, ministro della Sicurezza nazionale che poi ha aggiunto: «La falsa convinzione che Hamas cambierà i suoi comportamenti, o che rispetterà anche l’accordo che ha firmato, si sta dimostrando, non sorprendentemente, pericolosa per la nostra sicurezza. Questa organizzazione terroristica nazista deve essere distrutta totalmente e prima sarà fatto meglio sarà». Un più sintetico, ma efficace «Guerra!» il messaggio postato su X dal il ministro delle Finanze Smotrich. «Hamas imparerà oggi a sue spese che l’esercito israeliano è determinato a proteggere i propri soldati e a impedire qualsiasi danno nei loro confronti». è stata la reazione di Katz. «Hamas pagherà un prezzo pesante per ogni sparatoria o violazione del cessate il fuoco e se il messaggio non sarà compreso, l’intensità delle risposte aumenterà» ha chiosato. Gli Stati Uniti non sono stati tenuti all’oscuro del piano di ritorsione, riporta Axios. Israele ha informato in anticipo l’amministrazione Trump di voler attaccare nella Striscia di Gaza attraverso il Centro di comando statunitense che sovrintende al cessate il fuoco. Un funzionario israeliano ha inoltre precisato che Israele non ha chiesto il permesso di condurre attacchi di rappresaglia contro Hamas.L’amministrazione Trump ieri si è impegnata per impedire che lo scontro tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza si trasformasse in un’ulteriore escalation che potrebbe portare al crollo dell’accordo per porre fine alla guerra. Washington ha esortato Israele a «rispondere in modo proporzionato ma con moderazione». «La situazione è ancora molto in bilico» ha confessato un funzionario statunitense, ma «non possiamo permettere che facciano deragliare l’accordo». La preoccupazione è tale che è stato deciso che il vicepresidente Jd Vance e gli inviati Steve Witkoff e Jared Kushner torneranno nelle prossime ore in Israele con l’obiettivo di stabilizzare la tregua, supervisionare il ritorno dei corpi degli ostaggi deceduti, accelerare sugli aiuti umanitari e progettare una forza internazionale di sicurezza nella Striscia di Gaza. Una delegazione di Hamas, guidata dal capo negoziatore Khalil Al Hayya, ieri sera ha raggiunto Il Cairo per verificare l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza.