di
Stefano Montefiori

La visita a Macron, l’«omaggio» organizzato dal figlio

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE 
PARIGI – Questa mattina intorno alle 9 e 30 il presidente emerito della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, uscirà dalla sua casa nell’ovest di Parigi, accompagnato dalla moglie Carla Bruni, per percorrere la mezz’ora di auto che lo separa dal quartiere di Montparnasse e dalla prigione della Santé, dove comincerà a scontare la pena di cinque anni

Sarkozy è stato condannato per associazione a delinquere nel processo di primo grado sui finanziamenti libici alla vittoriosa campagna elettorale del 2007. Nella primavera di quell’anno decine di cameraman in sella alle moto seguirono il suo arrivo trionfale all’Eliseo; oggi gli stessi cameraman seguiranno il corteo verso il carcere. 



















































A salutarlo sotto casa troverà i francesi che hanno aderito all’appello del figlio 28enne: Louis Sarkozy ha dato appuntamento «alle 8 e 30, all’angolo tra rue Pierre-Guérin e rue de la Source, a tutti coloro che desiderano manifestargli il proprio sostegno. Saremo al suo fianco per dimostrargli il nostro amore, il nostro rispetto e la nostra eterna fedeltà». 

A rischio di irritare i condannati comuni che non hanno diritto a questo genere di attenzioni, ieri anche il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha manifestato vicinanza a Sarkozy, a lungo suo consigliere ufficioso, ricevendolo all’Eliseo per un colloquio che è durato oltre un’ora. 

Di fronte alle critiche Macron ha risposto di considerare «normale che, dal punto di vista umano, io riceva uno dei miei predecessori in questo contesto». 

All’ex presidente ieri è arrivata la solidarietà di molte personalità di spicco, dagli ex premier Edouard Balladur e François Fillon alla leader del Rassemblement national Marine Le Pen, a sua volta condannata (ma non al carcere) e in questo periodo molto critica nei confronti dell’autorità giudiziaria. 

L’ex presidente ha presentato appello e quindi va in prigione da presunto innocente. Ci resterà al massimo qualche settimana, poi anche in virtù dell’età (70 anni) dovrebbe tornare a casa con il braccialetto elettronico. «La mia vita è un romanzo», ha detto Sarkozy al Figaro poche ore prima di entrare in prigione. Stanotte passerà la sua prima notte nella cella di undici metri quadrati con una finestra sigillata. Dice di avere ricevuto l’elenco delle cose a cui ha diritto: «la djellaba (la tunica tradizionale maghrebina, ndr) è consentita, così come il tappeto da preghiera, ma la bussola è vietata». 

Sarà in isolamento perché il carcere non ha altri mezzi per garantire la sua sicurezza, e i suoi vicini saranno narcotrafficanti o terroristi. Ovviamente non avrà a disposizione il telefono cellulare ma potrà guardare una piccola televisione. Avrà diritto a una sciarpa, che non dovrà superare 1 metro di lunghezza. Potrà anche portare un coltello con punta arrotondata e una forchetta. Avrà a disposizione una piastra per cucinare, e potrà uscire un’ora al giorno nel cortile interno, accompagnato da tre guardie. Avrà diritto a tre incontri alla settimana con famigliari e amici, tra i quali il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin. Gli è stato suggerito di portare tappi per le orecchie per non sentire le grida degli altri carcerati, la notte. «Porto con me due libri — ha confidato Sarkozy —: Il conte di Montecristo e la biografia di Gesù scritta da Jean-Christian Petitfils».

21 ottobre 2025 ( modifica il 21 ottobre 2025 | 08:01)