L’ex difensore olandese leggenda del Napoli: “Con tutti a disposizione questa squadra potrà andare lontano. Il Psv? Forte, ma non più quello dell’anno scorso”
Dalla nostra inviata Guendalina Galdi
21 ottobre 2025 (modifica alle 10:34) – EINDHOVEN (PAESI BASSI)
È l’olandese più napoletano della storia del calcio. Ruud Krol è il primo Oranje passato al Napoli: erano gli Anni 80, quelli di una grande Olanda e dei suoi figli che in patria e all’estero stavano cambiando il calcio. Il difensore nato ad Amsterdam, oggi settantaseienne, la terza giornata di Champions League della sua ex contro il Psv la vedrà dalla tv e da quel posto del cuore che è Napoli, lì dove torna più volte all’anno, la città che ha guardato dall’alto della sua casa di Posillipo quando era giocatore e che ha scoperto anche vivendola nel mare, insieme ai pescatori di Mergellina. Krol è la fotografia di un tempo passato ma con grande lucidità parla del Napoli di oggi e spiega quanto e perché la sfida del Philips Stadion di questa sera sia decisiva per tutte e due le squadre, ma per motivi diversi. “Io le ho viste entrambe in forma. Il Napoli però ha tanti infortunati e Conte ogni partita deve fare i conti con delle assenze. È difficile così… Ma se guardo al Psv vedo un problema molto simile. Loro hanno venduto sei giocatori nuovi e ne hanno comprati altrettanti nuovi l’estate scorsa. Quindi è sinonimo di crescita, sì, ma lenta. E poi non è più la squadra dell’anno scorso, quella che ha vinto il titolo superando all’ultimo secondo l’Ajax”.
Cosa è che non la convince del Psv?
“Hanno un problema legato al numero 9. Lì davanti sono infortunati e non so se qualcuno dei due centravanti tornerà disponibile a breve. Forse uno potrà trovare spazio a gara in corso ma è un grosso dubbio”.
Che avversario è in questo momento per un Napoli che viene da una sconfitta e una vittoria in Champions?
“È una squadra forte e che vuole sempre giocare a calcio in un certo modo. Bosz lo conosco bene, l’ho visto quando studiava da allenatore, conosco la sua filosofia di gioco e so quello che chiede alle sue squadre. La sua formazione ideale è sempre col 4-3-3. Gli esterni mi piacciono molto, sia Salah-Eddine sia Sergiño Dest; è a centrocampo che, secondo me, è un po’ debole”.
Di questo Napoli di Conte invece cosa le piace?
“Ci sono stati cambiamenti però porrei l’attenzione su un altro aspetto e torno di nuovo agli assenti e li elenco: Politano, poi Buongiorno e Hojlund uguale, Lukaku, Rrahmani e Lobotka anche… Alla fine se ci pensiamo, la formazione ideale di Antonio Conte, con tutti i giocatori a disposizione, fin qui ancora non siamo riusciti a vederla. Con tutti al cento per cento il Napoli è davvero una squadra molto forte”.
Guardando alla classifica della Champions però la partita è più delicata per il Psv…
“Bosz l’ha ribadito e anche io lo penso: per loro è decisiva. Devono fare punti. Se perdono ancora e lo fanno in casa, il cammino in Champions rischia di essere compromesso”.
Conte o Bosz: chi può rivelarsi più abile in situazioni e partite così delicate?
“Per Bosz c’è una sola cosa che conta: attaccare. Ed è chiaro che per vincere hai bisogno di un attacco forte e cinico. Conte anche ma ci sono momenti in cui gli assenti fanno la differenza quasi più dei giocatori a disposizione. Poi vediamo anche l’attacco azzurro: Lucca, ad esempio, è uno che ti può lanciare la squadra in contropiede e questa potrà essere una chiave per sorprendere il Psv e soprattutto per vincere. Conte viene qui solo per questo”.
Il Napoli ha due olandesi in rosa, il primo è Beukema, arrivato dal Bologna. Come lo vede in questa squadra?
“Per Sam l’inserimento è stato facile perché conosceva già il campionato italiano visto che giocava lì. Anche se comunque parliamo di due squadre molto diverse, sono città diverse, ambizioni e ambienti diversi. A Napoli si chiede tanto di più alla squadra e ai singoli e conta soltanto vincere. Anche se giochi male, l’importante è portare a casa il risultato. Questa è la mentalità”.
Gli ha dato qualche consiglio?
“Sì, ci ho parlato e gli ho detto tutto, a partire dal fatto che è una bellissima città e che le persone ti amano se giochi in un certo modo. E a lui Napoli è piaciuta tanto fin da subito”.
E l’altro olandese è Lang.
“Tutti pensavano che fosse un nuovo Kvaratskhelia e invece no. Il georgiano è un fuoriclasse. Noa ha qualcosa ma in questo periodo l’ho visto in difficoltà fisicamente. È il calcio italiano… Lui ha bisogno di muoversi e invece ora gioca senza la stessa fiducia che aveva in Olanda. Ha bisogno di tempo per tornare al suo livello e avere una mentalità ancora più forte per riuscire a emergere in una realtà come Napoli”.
Contro il Torino si era sbloccato ma poi il gol è stato annullato…
“Ed è stato un peccato. Mi sono soffermato tanto sulla sua esultanza dopo quella rete: c’era tanta frustrazione e un grande senso di liberazione ma purtroppo era in fuorigioco”.
La sconfitta col Torino è una di quelle che carica o che può avere ripercussioni?
“Caricherà ancora di più Conte e tutto il Napoli. Il gol di Simeone è stato un errore difensivo ma questo è il calcio e col Psv la squadra entrerà in campo pensando solo a conquistare altri tre punti e a costruire altri bei ricordi europei”.
A proposito di ricordi, se pensa alla sua Napoli…
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“Tutti i giorni ho messo da parte dei bei ricordi. È stato qualcosa di diverso da qualsiasi esperienza potessi fare. Venivo dal calcio olandese, poi sono andato in quello americano e dopo ancora sono arrivato in una Serie A piena di campioni e fenomeni. Ogni volta che entravo al San Paolo mi venivano i brividi. E anche ora che ci ripenso”.
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