Il Comune di Pesaro aderisce a “Ottobre Rosa”, l’iniziativa per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della prevenzione del tumore al seno e della diagnosi precoce.
In questa occasione, venerdì 24 ottobre, alle 18 in sala del Consiglio (piazza del Popolo 1) Ivonne Pagliari presenterà il suo libro “Il Bruco non balla”.
LA STORIA DI IVONNE PAGLIARI (Testo di Francesca Bazzoni)
Ivonne Pagliari, 49 anni, scrittrice, vive a Colbordolo di Vallefoglia (PU). Eclettica, artista, diretta. Quando Ivonne ha qualcosa da dire, lo deve dire, arrivando dritta al cuore. È un prisma dalle tante luci Ivonne, impossibile classificarla in una sola categoria. Nel parlare con lei i minuti potrebbero divenire ore per il piacere di ascoltare le sue mille idee ed esperienze. Abbandona la danza classica dopo diciotto anni di studio per scegliere “cosa fare da grande”; si laurea nel 1999 in Psicologa del lavoro e delle Organizzazioni e per circa vent’anni lavora nel campo delle Risorse Umane come responsabile della selezione, oggi svolge la professione di Psicologa.
È molto devota Ivonne e la fede in Gesù le fa sposare Alessandro due volte: la prima con rito civile nel 2009 e la seconda con rito religioso nel 2017, quando finalmente riescono a ottenere l’annullamento del primo matrimonio di lui. Desideravano tanto questo “dono” e quando finalmente il Vescovo li sposa, Ivonne sente che la sua famiglia è ora composta da quattro membri: lei, suo marito, il loro figlio e Gesù. È aprile 2018 quando nota un gonfiore simile a una puntura di zanzara sul seno destro, ma è tranquilla avendo fatto mammografia, ecografia e visita senologica tre mesi prima. Ivonne torna comunque dall’ecografista, il quale la rassicura dicendole che probabilmente si tratta di una cisti benigna, circoscritta e morbida, ma per sicurezza propone l’ago aspirato. A fine maggio, Ivonne viene chiamata per ritirare l’esito dell’esame e il marito è con lei. Ha molta fretta, siamo a fine mese, deve chiudere le paghe e inviare gli stipendi. In sala d’attesa il tempo passa, Ivonne freme e non capisce perché debbano aspettare così tanto per ritirare un referto.
Finalmente arriva il loro turno e non è la semplice consegna di un referto, è la diagnosi: Carcinoma duttale infiltrante mammella destra. Ivonne va in blackout, vede le labbra della dottoressa muoversi, ma non sente alcun suono. Mai avrebbe pensato a qualcosa di simile. Quando torna in sé, le prime parole che ode sono: “Non si preoccupi signora, pianga pure, si sfoghi”. “Ma io non voglio piangere, voglio sapere”. Segue un silenzio. Le lacrime bagnavano il viso di Ivonne ma lei non riusciva a sentirle, non le percepiva, non le controllava: evaporavano.
Viene immediatamente sottoposta a un intervento di quadrantectomia al seno destro, seguono chemioterapie, radioterapie e ad oggi terapia ormonale. Quando Ivonne inizia la chemioterapia suo figlio ha undici anni, è nella delicata fase della preadolescenza e Ivonne, per non sconvolgerlo, si sottopone alle chemioterapie utilizzando il caschetto refrigeratore per cercare di salvare i capelli. Riesce a sopportare le prime tre chemio con il caschetto, ma i capelli cadono comunque e gli effetti collaterali delle chemioterapie sono già abbastanza devastanti; abbandona il caschetto e continua le terapie.
È un momento difficile questo nel rapporto con suo figlio, il quale non vuole più che mamma lo vada a prendere a scuola, preferisce non farsi vedere con lei, temendo le prese in giro dei suoi coetanei. Le chiede di mettersi la parrucca o dei cappelli e tiene tutta la sua paura e la rabbia dentro di sé.
I sostegni di Ivonne in quel periodo sono due: il marito Alessandro e la Fede. Ivonne sente la presenza di Gesù, lo sente più vicino che mai, ed è convinta che ciò che sta vivendo è parte di un progetto che lei non tenta di capire, si fida e si affida a Gesù totalmente. Invece di piangersi addosso, si dedica a sostenere le sue compagne di malattia, ascoltando le loro sofferenze oppure facendole ridere durante le lunghe sedute di chemio.
Nel 2019 lascia il lavoro, quel posto fisso conquistato con anni di precariato e di fatica, ma che non rispecchia più la nuova Ivonne e decide di ricominciare dedicandosi ai bambini come educatrice. Ivonne oggi è una donna migliore, ha trovato la sua realizzazione semplicemente donando gioia e sostegno a chi ne ha bisogno.
Artista dentro, Ivonne ha sempre scritto: poesie, piccoli racconti, dove svela quel mistero che è la donna in tutte le sue sfumature. Per lei scrivere è stato terapeutico e salvifico. È questo il disegno che Gesù aveva in mente per lei? Forse… chi lo sa!
Ivonne, mettendo nero su bianco le sue emozioni, trova il canale giusto per trasmettere una visione della vita carica di nuovo e autentico valore. “Il cancro è come il terremoto: distrugge tutto, dentro e fuori. Ma devi trovare il coraggio di ricostruire la tua casa meglio di come era prima”.
Nel 2021 pubblica il suo primo libro, una raccolta di poesie e testi teatrali dal titolo: ‘L’ombra di una stella’ Aletti Editore, si classifica terza al Premio Letterario Internazionale “Maria Cumani Quasimodo” 2020; tramite il libro diffonde il suo messaggio di rinascita, coraggio e speranza. Impossibile non restare colpiti dalla sua forza interiore, dal suo modo di arrivare all’anima delle persone con le sue parole. Il libro è diventato uno spettacolo teatrale che gira l’Italia da orami due anni. Poesia e musica per arrivare a testimoniare l’importanza della prevenzione e della ricerca scientifica, un modo tutto suo di parlare del cancro in modo “leggero” ma tutt’altro che banale.
Il corpo dopo l’intervento era un corpo estraneo che Ivonne non riusciva ad accettare. Ci ha pensato Alessandro a medicare le sue ferite, sia quelle del corpo che quelle dell’anima.
“Il nostro corpo ferito, i tagli, le cicatrici ci sono ancora, ma non fanno più male, perché disegnano la strada della nostra nuova vita. In fondo ci avete mai pensato? Viviamo i colori della vita inconsapevoli di essere opere d’arte”.