Il dream team
Quando la Honda per il 2019 aveva convinto Jorge Lorenzo a dividere il box con Marc Marquez, da più parti si è parlato di “dream team”, con due tra i più titolati piloti della storia della MotoGP chiamati a confrontarsi sulla stessa moto.
Il risultato fu però disastroso, con il peggior Lorenzo della sua carriera nella classe regina, capace di sommare la miseria di 28 punti contro i 420 del compagno di box, laureatosi poi campione del mondo.
La stagione dell’ex ducatista fu segnata in negativo dalla brutta caduta di Assen, dove si fratturò pericolosamente la sesta vertebra dorsale, circostanza che lo spinse poi ad appendere il casco al chiodo a fine stagione.
Jorge racconta Marc
In uno speciale di Dazn Spagna, Jorge Lorenzo ha parlato proprio di Marquez: “Marc è un ragazzo normale, ma in pista si trasforma in un killer”, restringendo poi il focus all’annata vissuta insieme in HRC: “Il mio rapporto con Marc nel 2019 è stato molto diverso rispetto ai cinque o sei anni precedenti. Prima c’era molta tensione, quando era un esordiente è stato un po’ spericolato nelle battaglie che abbiamo avuto. A Jerez mi spinse fuori all’ultima curva e mi lamentai molto di lui, anche con la stampa, per il suo stile di guida. Questo generò molta tensione”.
Ma la poca competitività di Lorenzo in Honda spense questa rivalità: “Lui era nel pieno della carriera e anzi stava disputando la sua migliore stagione. Io non riuscivo ad avvicinarmi a lui. Avevo provato a studiare la sua telemetria e avevo provato a copiarlo, ma era impossibile. Aveva tanta fiducia in quella Honda e la capiva benissimo. Io ho provato a fare lo stesso, ma era impossibile”.