Toprak Razgatlioglu ha vinto il Mondiale Superbike per la terza volta nell’ultimo lustro. Nel 2026 non correrà però con il #1 sul cupolino, poiché cambierà habitat. Il ventinovenne turco ha preso la decisione di lanciarsi in MotoGP. È la sfida suprema per chi proviene dalle derivate di serie, magari con i crismi di Campione del Mondo.

Riuscirà l’anatolico a lasciare il segno anche nel Motomondiale? I precedenti non sono incoraggianti. Soprattutto l’ultimo in ordine cronologico si è risolto in una grossa delusione. Parliamo di Ben Spies, che nel 2009 vinse il titolo in Superbike e poi effettuò la transizione in MotoGP. Il 2010, con una Yamaha Tech3, fu incoraggiante, tanto che la Casa di Iwata lo scelse per sostituire Valentino Rossi, trasferitosi in Ducati.

Nel 2011, però, lo statunitense non resse il confronto con il compagno di squadra Jorge Lorenzo, dopodiché tante cadute (anche traumatiche) lo condussero a un precoce ritiro. Una vittoria e sei podi complessivi fu il bilancio di Spies in MotoGP, con un quinto posto come miglior piazzamento nel Mondiale (con 176 punti, contro i 350 del Campione del Mondo 2011 Casey Stoner).

Vanno ricordati anche i casi di Colin Edwards e Troy Bayliss, protagonisti assoluti in Superbike a inizio XXI secolo e trasferitisi contemporaneamente in MotoGP nel 2003. L’americano, vincitore dei titoli SBK nel 2000 e 2002, ha avuto una lunga carriera nel Motomondiale, avendovi corso sino al 2014, ma è passato alla storia come il centauro che ha disputato più gare (196) senza averne mai vinta una! Ben dodici i podi conseguiti da Texas Tornado, ma tutti salendo sul secondo o sul terzo gradino. È stato un comprimario di lusso, ma raramente protagonista assoluto.

Viceversa, Bayliss, una gara l’ha vinta, seppur in maniera sorprendente ed estemporanea. La sua esperienza in MotoGP è stata molto più breve, anche perché non si è mai ambientato nel Motomondiale. Quattro podi nei due anni in Ducati, un’anonima stagione in Honda e poi il ritorno in Superbike (dove ha tuttavia conquistato i Mondiali 2006 e 2008 dopo essersi laureato Campione nel 2001). Proprio in quel 2006 corse una tantum il Gran Premio di Valencia di MotoGP, ottenendo una prorompente affermazione, poco ricordata perché quella gara fu caratterizzata dal clamoroso rovescio di Valentino Rossi nella sfida iridata con Nicky Hayden.

Altri casi? Negli anni’90 fecero fiasco sia Scott Russell che, soprattutto, Troy Corser, i quali salutarono rapidamente la 500cc per rientrare fra le derivate di serie. Ci sono stati anche i casi di Neil Hodgson e James Toseland, ma con tutto il rispetto per i due britannici, nessuno riteneva potessero essere realmente competitivi in MotoGP. Difatti non lo furono.

Cosa combinerà Razgatlioglu? Lo scopriremo solo vivendo. Il turco ha accettato una sfida non da poco e il 2026 sarà di puro ambientamento. Nel 2027 si ripartirà da zero a causa della rivoluzione regolamentare varrà per tutti, dinamica che potrebbe rappresentare un bel vantaggio.