di
Monica Scozzafava

Avanti con McTominay, il Napali viene travolto dagli olandesi: ora il cammino in Champions League si fa in salita

Il Napoli vive in Olanda una notte da incubo, che la doppietta di McTominay non può minimamente addolcire, servirà per la sua personale statistica. Sei gol una squadra allenata da Conte non li ha mai presi in una partita, il Napoli nella serata più buia riesce a prendersi questo tristissimo record. Sprofonda in un baratro, Conte è lucido: «Certe situazioni non capitano per caso. I nuovi giocatori sono stati troppi, sono troppe le teste. Ecco l’anno complesso di cui ho parlato dall’inizio». Aveva annusato l’aria, Antonio. Da tempo.

Distratto e leggero, una squadra che non è neanche la fotocopia sbiadita del gruppo che Conte aveva reso tignoso, cattivo, concentrato e reattivo quando le cose si mettevano male. In Olanda il Napoli è stato preso a pugni dal Psv, e come un pugile suonato smarrisce la bussola. Si sgretola già quando è sotto di due gol, si lascia andare, perde lo spirito di squadra, affidandosi a inutili e improduttive iniziative individuali. La serata diventa poi nerissima quando Lucca si fa espellere a quindici minuti dalla fine per una reazione scomposta verso l’arbitro che gli fischia un fallo in attacco.



















































Eppure, l’approccio lasciava immaginare una gara diversa, son bastati otto minuti terribili a cambiare completamente la scena. Il Napoli riesce a fare la cosa più difficile (sblocca la gara con un colpo di testa di McTominay) ma poi subisce la rimonta del Psv nel modo più bizzarro: autogol di Buongiorno e rete di Saibari. Questo l’avvio a Eindhoven, dove la squadra di Conte si presenta con Lucca punta centrale e il blocco del quattro centrocampisti con licenza di offendere. La serata che doveva riscattare il ko in campionato contro il Toro diventa la peggiore della gestione Conte. La squadra s’imbatte nei soliti errori, favorendo gli olandesi che in tre tocchi sono già a minacciare Milinkovic Savic. Il contropiede, antico e produttivo sistema di gioco, diventa arma letale del Psv che aspetta l’errore per andare a colpire. Il copione si ripete: è dall’inizio della stagione che il Napoli spreca il palleggio, rende vana la forza dell’attacco con blackout difensivi. Lo scozzese salta alle stelle per agganciare il cross di Spinazzola alla mezz’ora e mette a segno il suo primo gol europeo. Poi l’infortunio di Buongiorno che svetta di testa per rinviare un cross teso di Perisic e manda la palla nella sua porta. Paradossale la rete del vantaggio del Psv, con una palla persa oltre la metà campo da Beukema, Saibari è da solo a mettere a segno il colpo del ko. 

Dalla discesa alla salita è un attimo, e se diventa ripida per i tanti errori individuali e soprattutto per mancanza di reazione, anche l’intervallo non serve a mettere energia nella testa. Il Napoli si ripresenta (sembra) con carica e intensità ma un errore grave, l’ennesimo (stavolta è Gilmour) favorisce Saibari che tenta il pallonetto, finisce alto di poco. Il gol arriva dopo una manciata di secondi, con un’altra palla persa. Conte cambia, entrano Lang, Juan Jesus e Gutierrez, ma l’effetto è addirittura devastante: finisce in goleada con doppietta di Man, gol di Pepi e Driouech. Non sorride McTominay per il secondo gol. Conte lascia il campo anche lui disorientato, sabato c’è l’Inter. Quarta sconfitta stagionale, c’è da capire, più di qualcosa.

21 ottobre 2025 ( modifica il 21 ottobre 2025 | 23:33)