Nessuno ne parla, ma c’è una notizia interessante che riguarda la Ferrari. La Scuderia nel GP degli Stati Uniti è riuscita a conquistare un terzo e quarto posto dopo un pessimo venerdì: le prove libere di Austin avevano mostrato una rossa in difficoltà (Charles Leclerc si era anche fermato per un cedimento della trasmissione) e la Qualifica Sprint aveva reso evidente le difficoltà di Charles Leclerc e Lewis Hamilton alle prese con una SF-25 lenta, ma anche difficile da guidare, tant’è che l’inglese era risultato ottavo e il monegasco decimo a nove decimi dalla vetta.
Sembrava che il trend negativo fosse destinato a proseguire, mentre nella garetta abbiamo improvvisamente trovato una Ferrari inaspettatamente pimpante. È vero che al primo giro sono finite fuori gara quattro delle vetture che si erano qualificate davanti alle rosse (Lando Norris, Oscar Piastri, Nico Hulkenberg e Fernando Alonso), ma è indubbio che il passo gara mostrato negli 11 giri dei 19 non condizionati dalle safety car erano quanto meno incoraggianti.
Charles Leclerc, Ferrari
Foto di: Simon Galloway / LAT Images via Getty Images
Ma cosa è successo alle SF-25? Sappiamo che la monoposto del Cavallino soffre in modo particolare nel giro secco, mentre, al di là dei problemi endemici della macchina, si difende meglio in gara. I dati raccolti, specie in materia di usura delle gomme, erano molto positivi, tanto da spingere i tecnici di pista diretti da Matteo Togninalli a osare per la qualifica del sabato pomeriggio.
Certo Leclerc ha lavorato durante la garetta sulle regolazioni del differenziale per trovare un po’ più di trazione, ma le scelte decisive sono arrivate dopo, quando si è riaperto il parco chiuso che concedeva di rivedere il setup sulla base delle informazioni raccolte.
E l’aspetto clamoroso emerso questa volta è che gli ingegneri del Cavallino hanno capito che era stata deliberata una Ferrari troppo conservativa, temendo il fondo del tracciato texano particolarmente ondulato, per un asfalto che si deforma anno dopo anno a causa della falda acquifera che si trova sotto alcuni tratti della pista.
Si prepara la SF-25 di Leclerc per le qualifiche con un setup più estremo
Foto di: Ronaldo Schemidt / AFP via Getty Images
Con coraggio è stato deciso di abbassare l’altezza da terra della SF-24, mentre gli avversari, che avevano battezzato messe a punto più estreme, sono stati costretti ad alzare le loro vetture, perdendo un po’ di carico aerodinamico per non temere l’esagerato consumo del plank che avrebbe potuto portare ad esclusioni come quella di Hamilton in Cina.
Abbiamo visto una Scuderia che è andata controtendenza rispetto agli altri top team, ritrovando una competitività che sembrava scomparsa. Certo alla fine delle qualifiche la Ferrari era ancora terza forza dietro a Red Bull e McLaren, ma il divario era sceso di addirittura sette decimi, tanto da arrivare a soli 6 millesimi dalla MCL39 di Lando Norris, seconda. Un’enormità per questa F1.
La squadra di Maranello aveva imboccato la strada giusta e, a dispetto del timore di altri, McLaren su tutti, non aveva paura di consumare il pattino sul fondo ondulato. La perfetta esecuzione delle qualifiche, accompagnata anche da tempi di uscita dai box cercati per consentire ai due piloti un giro di preparazione pulito che permettesse di portare le gomme nella giusta finestra di funzionamento. Le aspettative della qualifica sono state brillantemente confermate anche in gara.
Leclerc è scattato con un treno di soft proprio con l’intento di mettere le ruote davanti a quelle di Norris: il monegasco è stato perfetto e solo nel finale, quando il vantaggio della mescola morbida l’aveva acquisito Lando, la McLaren si è presa il posto d’onore.
Abbiamo visto uno Charles molto consistente, privo della minima sbavatura, assecondato da una rossa finalmente in grado di fare bella figura. Lewis Hamilton, un po’ meno a suo agio con la macchina più estrema, comunque ha chiuso quarto davanti alla MCL39 del leader del mondiale Piastri.
Lewis Hamilton, Ferrari
Foto di: Mark Thompson / Getty Images
La Ferrari ha dato una prova d’orgoglio, confermando la fiducia che il presidente John Elkann ha riservato a Fred Vasseur e al suo staff. Una boccata d’ossigeno che fa bene al morale di tutta la squadra. Ora arriva il Messico. Si corre in quota (oltre 2.200 metri di altitudine) dove l’aria è molto rarefatta. Si toccheranno velocità sorprendenti pur disponendo di ali da massimo carico aerodinamico.
Sul circuito dedicato ai fratelli Rodriguez la Ferrari aveva vinto la sua ultima gara l’anno scorso con Carlos Sainz. Le simulazioni dicono che il Cavallino può ambire a ripetere un weekend positivo, ma non è detto che i rivali dovranno viaggiare alti come è successo negli Stati Uniti…
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