Il parlamento giapponese ha eletto Sanae Takaichi prima ministra del Paese: è la prima donna nella storia del Giappone a capo del governo. Che arriva in un momento di insolita instabilità politica del Paese, con prezzi in aumento e tensioni crescenti nella regione. Per il Giappone è infatti il quarto governo in cinque anni.

Giornalista televisiva passata alla politica, 64 anni, con posizioni molto conservatrici, si definisce come la «Margaret Tatcher giapponese», essendo grande ammiratrice della prima ministra «lady di ferro» britannica. È la leader del Partito Liberal Democratico, che in Giappone governa quasi ininterrottamente da settant’anni. La sua elezione è diventata possibile negli ultimi giorni, grazie a un accordo tra il suo partito e il Partito dell’Innovazione (Ishin) di centrodestra.

Alle elezioni di ottobre del 2024 la coalizione di governo, formata dal Pld e dal partito centrista Komeito, aveva perso la maggioranza alla Camera. Lo scorso luglio, il governo aveva perso la maggioranza anche al Senato, e a settembre il primo ministro Shigeru Ishiba aveva detto di volersi dimettere.

Al posto di Ishiba, alla guida del Pld è stata poi nominata Takaichi, che si era già candidata altre due volte alla guida del partito. Pochi giorni dopo, Komeito è uscito dalla coalizione di governo. Il Pld ha dovuto così cercare un nuovo alleato per avere la maggioranza in parlamento, e ha trovato l’accordo con Ishin che ha portato alla elezione di Takaichi.

Takaichi è un’anomalia nella politica giapponese, dominata da generazioni di uomini che hanno seguito le orme dei loro padri e nonni. Nata a Nara, nel Giappone occidentale, ha suonato la batteria in una band heavy metal durante gli anni del college, ama andare in moto e fare immersioni subacquee. È stata eletta al parlamento nel 1993 e ha ricoperto diversi incarichi governativi di alto livello, tra cui quello di ministro della sicurezza economica dal 2022 al 2024.

Takaichi ha posizioni molto conservatrici e aggressive e nel partito appartiene alla corrente dell’ex primo ministro Shinzo Abe, ossia quella più radicale e conservatrice. Ha come modello l’ex premier britannica Margaret Thatcher, ha collezionato diversi primati come prima donna in molte cariche pubbliche in Giappone, ma non è nota per essere una sostenitrice della parità di genere. Si è battuta contro il permesso alle coppie sposate di mantenere due cognomi diversi e contro il permesso ai membri della linea materna della famiglia imperiale di salire al trono. Inoltre è contraria ai matrimoni omosessuali.

Takaichi vuole emendare la Costituzione per dare un ruolo più ampio ai militari e allearsi con Taiwan. Pur credendo in una solida alleanza di sicurezza con gli Stati Uniti, sottolinea l’importanza di una politica estera “Japan First” e ha criticato i negoziati sui dazi di Tokyo con gli Stati Uniti, suggerendo di riaprire i colloqui sull’accordo tariffario, così come gli impegni di investimento giapponesi per 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti.

La nuova premier è nota anche per le sue posizioni dure in materia di sicurezza nazionale, difesa e immigrazione. Dopo l’assassinio di Abe nel 2022, Takaichi è diventata un punto di riferimento per l’ala più aggressiva del partito. Ma la sua posizione nazionalista rischia di complicare i rapporti con la Cina e potrebbe minare i recenti sforzi del Paese per migliorare i rapporti con la Corea del Sud. Ha inoltre promosso un dibattito sull’autorizzazione all’uso di armi nucleari statunitensi in Giappone in caso di emergenza.