Non l’appropriazione è la strada verso l’ascesa, ma solo il coraggioso e poetico abbandono della propria terra, che ci rende impossibile la più semplice relazione con l’altro, dietro cui l’Altro sempre si cela. “Genesi: il libro dei fondamenti” di Jonathan Sacks, primo volume di una pentalogia, si interroga sull’Alleanza con Dio, relazione che comincia dalla parte più remota di noi stessi. E se gli uomini, conversando fra loro, si scoprissero alleati anziché nemici? Un nuovo appuntamento con Area 22, la rubrica dedicata alla cultura e alla letteratura ebraica (qui tutte le puntate)

Un’Alleanza, non una pizza insieme

Se questo primo contatto avviene, perché ci sia relazione sarà necessaria la Conversazione. E anche qui… Ora mi si biasimerà, forse; ma per indicare l’importanza di un evento che mai potrebbe ridursi ad una semplice chiacchierata, dovrò ricorrere al grottesco necessario. Ricordate il divertentissimo spot di un po’ di anni fa, ormai, in cui, volendo promuovere i vantaggi della teleselezione, un bravissimo Massimo Lopez, con davanti un intero plotone della Legione Straniera pronto a fucilarlo, avocava l’ultimo desiderio d’una telefonata? Una telefonata talmente lunga da salvargli la vita o, al meno, da procrastinare l’ora fatale ad un tempo indeterminato. La differenza tra una chiacchierata e una conversazione è che, quest’ultima, a differenza della prima, può salvarti la vita! Se conversare significa, letteralmente, tentare di muoversi in una comune direzione, si capisce già che, nel momento del pericolo, non sarai solo. La conversazione, quando è autentica, più che certificare improbabili visioni necessariamente unificate di pensiero e di idee, sarà il puro tentativo di muoversi verso un obiettivo, una meta, che sia buona per entrambi gli interlocutori. Quante volte, conversando di libri o di cucina, di moto o di vacanze, con persone pur diversissime rispetto a noi, ci siamo trovati a godere delle stesse cose, delle stesse speranze, degli stessi sogni! Ebbene, e se una conversazione vertesse sul desiderio d’essere felici? Se gli uomini muovessero insieme verso questo fine comune, non sarebbe davvero una conversazione universale? E se gli uomini, conversando tra loro, si scoprissero dunque alleati anziché nemici? In Genesi 18 (Sacks ne parla meravigliosamente a partire da pagina 135) si incontra la nota scena di dialogo tra Dio e Abramo sul destino di Sodoma. Ma, in realtà, l’oggetto della loro conversazione non è tanto il destino di quella città, quanto piuttosto il tema dell’Alleanza! In un appassionato guizzo di confidenza e di amicizia, Abramo mette in discussione la stessa serietà di Dio sulla questione dell’Alleanza! Quanto pagherei per vedere la faccia di Dio (e poi morirei, ovviamente…), e la sua espressione, non appena Abramo gli dirà: «Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?»! Ho usato il condizionale, e poi il futuro, per descrivere una scena che solo apparentemente appartiene al passato. Già, perché ogni vera Conversazione ripresenta quel mistero profondo di Alleanza che lì, in Genesi 18, è spiegato alla perfezione. È qualcosa che può ancora accadere, nel ripresentarsi quotidiano di ogni vero tentativo di conversazione dove, necessariamente, occorre essere alleati. O lo si può diventare conversando.

Quanto comodo sarebbe se, ogni mattina, svegliandoci, trovassimo sul nostro comodino un biglietto con il… titolo della nostra giornata! Tipo, che so, Un incontro inaspettato; oppure: L’importanza di una scelta. Ci pensate? Senza che si possa parlare di divinazione – ci mancherebbe – ma solo di direzione, la nostra giornata comincerebbe immediatamente nella prospettiva di un’attesa precisa! Ciascuno di noi, in base al proprio titoletto quotidiano, vivrebbe ogni istante del proprio giorno come la possibilità di un’aspettativa realizzante!

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