di
Gaia Piccardi

Jannik è totalmente concentrato nel riprendersi il numero uno Atp, Binaghi non farà altri tentativi per fargli cambiare idea. Il calendario del tennis è da rifondare

Ieri a Copenaghen hanno ricucito il tendine d’Achille del piede sinistro a Holger Rune, oggi Jannik Sinner debutta all’Atp 500 di Vienna contro Altmaier, domani Carlos Alcaraz atterra a Parigi per preparare con buon anticipo l’ultimo Master 1000 della stagione, anticamera delle Finals di Torino.

Noi qui a dibattere se sia cosa buona e giusta che il campione più clamoroso dello sport italiano non si sia reso disponibile per la Coppa Davis e intanto il mondo continua a girare a velocità vertiginosa. Il tennis non aspetta nessuno, i Masters 1000 diventeranno dieci (l’Arabia va premiata per la sua liquidità), tutti vogliono l’estensione a 12 giorni degli Internazionali e il presidente dell’Atp Andrea Gaudenzi annuncia la distribuzione ai giocatori di 18,3 milioni di dollari di profit sharing, 2,7 in più dell’anno scorso, in base ai risultati ottenuti nei tornei di prima fascia. Ingozzarli di denaro come oche da foie gras per tenere in piedi un calendario sempre più zeppo di impegni. Si gioca troppo. Ci si fa male. La Davis attaccata alle Finals ha indotto Sinner a sfilarsi: per anticipare l’off season a Dubai, la settimana di Bologna gli serve per riposare.



















































 Il Codacons chiede di ritirargli tutte le onorificenze ma il problema nasce a monte e ha ragione il vate Djokovic quando dice: «I tennisti si lamentano, spariscono, poi tornano a lamentarsi. Non sono mai abbastanza uniti. Se i top players non si siedono a discutere con l’Atp e non sono disposti a lottare, non cambierà mai nulla».

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Nella bolla di Jannik, l’imperturbabilità regna sovrana. A Vienna l’hanno raggiunto i genitori, tutte le mattine fanno colazione insieme all’elegante Rosewood Hotel; certo la comunicazione del forfeit in azzurro poteva essere gestita meglio visto che la scelta era stata fatta da tempo, invece rispondere sibillino a Riad («La Davis? Non ho ancora deciso») ha alimentato le aspettative di chi sperava di averlo in squadra per il terzo anno consecutivo (due trofei vinti): i tifosi, il c.t. Volandri, i compagni, a partire da Matteo Berrettini che in azzurro giocherebbe anche su una gamba sola. Alle legittime pressioni dell’ambiente federale, alla fine il clan Sinner ha reagito un po’ infastidito. Non si chiedeva nulla di proibitivo: cinque giorni a Bologna, tre match potenzialmente da affrontare, nessuna pretesa che si impegnasse anche in doppio. 

Il no secco, in Federtennis, ha mortificato Volandri e ferito il presidente Binaghi, che si è sempre speso con generosità in occasione degli inciampi (caso doping) e delle sgrammaticature istituzionali sinneriane (l’assenza all’Olimpiade e al Quirinale a febbraio) e invece questa volta si è limitato a un lacerante comunicato stampa («Comprendiamo e rispettiamo la decisione di Jannik, per noi comunque molto dolorosa»), in cui l’aggettivo qualificativo non è stato scelto a caso. Ha colpito lo stridore tra le foto di Riad con la racchetta d’oro in mano e la chiusura netta alla Davis 2025, tutto nell’arco di 48 ore: la Fitp si era impegnata a portare le finali della coppa riveduta e corretta in Italia proprio per dare agli appassionati un’altra occasione di ammirare il campione in casa, dopo Roma e Torino, a prezzi più popolari delle Atp Finals.

Il progetto Sinner-uomo Davis a Bologna è rimandato all’anno prossimo (forse, boh, chi vivrà vedrà), il silenzio di Binaghi vale più delle parole: in assenza di segnali d’apertura, non verranno fatti altri sforzi per fare cambiare idea all’ex n.1, totalmente concentrato sull’obiettivo di riprendersi la vetta del ranking. Jannik va avanti per la sua strada, determinato come quando annunciò ai genitori di voler derapare verso valle: «Non scio più, da grande giocherò a tennis». Ci è riuscito, con risultati mai ottenuti da un italiano. A quale prezzo, lo sa solo lui. E ora che il sogno è diventato la sua esistenza quotidiana, non permetterà a nessuno di sciuparlo.

22 ottobre 2025 ( modifica il 22 ottobre 2025 | 08:26)