di
Andrea Ducci
Nella rottamazione 2025 delle cartelle sarà possibile includere anche le cartelle del 2023. I casi di decadenza. Tassi più alti, salgono al 4%
1. Per quali debiti con il fisco è possibile aderire alla quinta edizione della rottamazione?
La quinta edizione della definizione agevolata vale per i mancati versamenti di imposte, di contributi previdenziali e per gli avvisi bonari, affidati all’agente nazionale della riscossione dall’1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. Se, invece, su quei debiti o mancati versamenti è in corso un accertamento non è possibile aderire alla rottamazione. Sono esclusi dalla rottamazione anche «coloro che non hanno mai fatto la dichiarazione dei redditi», ossia gli evasori totali, oltre che i contribuenti che si sono dolosamente sottratti ai propri impegni.
2. Quali differenze ci sono rispetto alle precedenti edizioni di definizione agevolata?
Le principali differenze riguardano la durata della dilazione e gli interessi applicati a chi deciderà di pagare rateizzando. Nel caso di un unico pagamento dovrà essere effettuato entro il 31 luglio 2026, se però viene scelto un pagamento dilazionato è possibile richiedere fino a 54 rate (da pagare su base bimestrale), con termine ultimo il 31 dicembre 2035. Il contribuente che aderisce alla sanatoria estingue il proprio debito pagando solo il capitale (l’importo delle tasse non versate), mentre non deve pagare gli interessi (inclusi quelli di mora), le sanzioni e l’aggio. Ma poiché viene accordata una rateizzazione per estinguere il debito si paga, d’altro canto, un interesse. In questo caso è applicato un tasso del 4%, anziché del 2% come nelle precedenti rottamazioni. Vale ricordare che l’ultima rottamazione, la cosidetta Quater, ha previsto la rateizzazione fino ad un massimo di cinque anni, oltre che il pagamento del 20% del debito con le prime due rate, spalmando il resto del debito in rate tutte uguali.
3. Cosa comporta il raddoppio del tasso di interesse dal 2 al 4%?
Il raddoppio del tasso applicato alla rateizzazione rende meno conveniente questa nuova rottamazione rispetto alle precedenti edizioni. La possibilità di diluire il versamento fino ad un massimo di 54 rate si traduce in un costo alla voce interessi che, nel caso l’estinzione del debito avvenga nel termine ultimo del dicembre 2035, può arrivare a circa il 35%.
4. Dove è possibile verificare i carichi pendenti con il fisco che possono essere rottamati?
La risposta è indicata anche nella bozza della legge di Bilancio, dove viene previsto che «l’agente della riscossione rende disponibile ai debitori, nell’area riservata del proprio sito internet istituzionale, i dati necessari a individuare i carichi definibili (che possono cioè essere rottamati, ndr)».
5. Fino a quando sarà possibile aderire alla quinta edizione della rottamazione?
La scelta di aderire alla definizione agevolata deve essere comunicata entro il 30 aprile 2026, con un’apposita dichiarazione per via telematica attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate.
6. A quale soglia è fissato il valore minimo per la rata di rimborso?
La singola rata non può essere inferiore a 100 euro.
7. In quale casi decade la rottamazione?
Il contribuente decade dalla definizione agevolata quando non paga due rate consecutivamente, o quando non versa l’ultima rata prevista dal piano di pagamento.
8. Come sono andate le precedenti rottamazioni?
Le quattro precedenti edizioni della definizione agevolata hanno evidenziato un elevato tasso di decadenza: i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione e poi interrotto il pagamento delle rate sono stati il 59% del totale. In pratica, sei debitori su dieci non assolvono agli impegni assunti e per il fisco si è tradotto in un mancato incasso rispetto alle stime pari a 48 miliardi di euro.
22 ottobre 2025 ( modifica il 22 ottobre 2025 | 09:48)
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