Idealmente si rivede nel primo Rocky Balboa, “senza muscoli”, “perchè non vince, ma si rialza sanguinante. Un bel simbolo per me”. Maurizio Costanzo? “Come un padre”. La vita privata? “Sono single, ho una buona reversibile”. Comico e profondo allo stesso tempo. Enzo Iacchetti, in tutte le sue sfumature, si è mostrato martedì sera in tutta la sua genuinità al Mondadori Bookstore Mega di Forlì per presentare in anteprima il suo nuovo libro “25 minuti di felicità – Senza mai perdere la malinconia”, in uscita proprio in questi giorni, un’autobiografia ironica e delicata, costruita attraverso frammenti di vita, riflessioni e piccole epifanie quotidiane. Un racconto personale che alterna leggerezza e malinconia, teatro e televisione, memoria e presente. A dialogare con lui è stato Corrado Ravaioli, in un confronto che ha toccato corde profonde senza rinunciare al sorriso.

Il libro

“Mentre scrivevo pensavo a che titolo dare al libro – è la premessa -. Poi ho letto un libro di Seneca, che parlava di quanto la vita fosse breve, e visto in tv un programmava di Piero Angela nel quale spiegava come la vita durasse mezz’ora. Allora ho fatto un’equazione che comprendeva l’età media dell’uomo, 85 anni circa, i 30 minuti di vita e la mia età, 72 anni quando ho cominciato a scrivere il libro. Ed è venuto fuori che ho vissuto 25 minuti e che me ne mancano cinque, che corrispondono quindi ad una dozzina d’anni. E così è nato il titolo del libro al quale ho aggiunto ‘Senza perdere la malinconia’. Sono sempre stato un malinconico, perché ragiono su quello che accade nel mondo, e penso, spesso in modo negativamente, soprattutto nei confronti col futuro. Però quei 25 minuti che ho vissuto sono stati felici, anche nelle difficoltà estreme”. 

Enzo Iacchetti durante la serata-2

“A 40 anni ho trovato il treno giusto”

“Non è il solito libro che scrivono i comici, e su questo la casa editrice mi è venuta incontro, ma ho voluto raccontare tutto ciò che la gente non sa di me, al di là dei momenti di successo – svela -. Ed ho cominciato dal giorno della mia nascita fino alla fine dei 25 minuti. Il prossimo libro sarà sull’ultimo minuto e si intitolerà “Mancano trenta secondi” (sorride, ndr). E’ un libro molto sorridente e altrettanto malinconico e profondo. Ho vissuto momenti di grande difficoltà dai quali ne sono uscito con una volontà straordinaria e sempre da solo”. Sulla sua carriera, “non ho cercato il successo, ma volevo fare un mestiere che mi piacesse fare. Ci ho creduto e a quarant’anni ho trovato il treno giusto”. Facendo una metafora, “sono sempre stato alla stazione e sono salito su ogni treno, scendendo quando scoprivo che non faceva per me. Prendere treni in corsa non è mai facile”. 

Il ‘conflitto’ col padre

Una strada che ha portato ad un rapporto conflittuale con il padre. “Per lui avrei dovuto lavorare in banca, ho fatto anche un colloquio, ma avevo barba e capelli lunghi – racconta -. E suonavo la chitarra ai Festival de l’Unità, ma anche in quelli della Pro Loco. Gli dissi che fui io a non scegliere loro”. Un rapporto, quindi, “di amore e odio, perchè non voleva che facessi la carriera che poi ho intrapreso. Quando è morto sono andato in crisi, perchè non sono stato in grado di fargli capire che quello che volevo fare non era una cosa delinquenziale. Mi è mancato che mi dicesse ‘provaci’”. E ancora: “Sono arrivato a pensare che la sua mancanza fosse la mia salvezza, una cosa bruttissima, ma amavo questo mestiere e trovavo in lui un ostacolo insormontabile. Natale, ad esempio, era vedere mia mamma, i miei fratelli e la nonna. Mangiavo il primo e poi andavo via. Nessun regalo. Era un rapporto difficile e nel libro si capisce. Non mi ha mai aiutato e un padre lo deve sempre fare, in qualsiasi situazione. Quando è morto ho pensato che se ci fossimo parlati ci saremmo chiariti. E nel libro l’ultimo capitolo è toccante, lì mio padre mi è davvero mancato”. 

Enzo Iacchetti durante la serata-2

La sfuriata televisiva

Iacchetti ha anche parlato del durissimo confronto televisivo del 16 settembre scorso nel corso della puntata “È sempre Cartabianca”con Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele. Il tema del dibattito era il conflitto sulla striscia di Gaza. E proprio nel giorno in cui l’Onu ha rilasciato un nuovo report, in cui accusa apertamente Israele di genocidio, Mizrahi aveva contestato i numeri del massacro. Iacchetti non si è tirato indietro e ha denunciato, anche con parole forti, le azioni di Israele contro i palestinesi.

“E’ sempre stato conosciuto il mio modo di pensare sulla guerra e sulla pace – è la premessa -. A 19 anni manifestavo per la Palestina libera. E ora ne ho 73 anni. Il conflitto non è nato il 7 ottobre del 2023, ma è un problema che si trascina da secoli. All’epoca avevo una Fiat 500 sulla quale scrissi nelle fiancate ‘Se la Patria ti chiama, dille che ripassi’. Mi venne ordinato di toglierla perché da li a sei mesi sarei stato chiamato per il servizio di leva. I miei amici anarchici mi cominciarono a dare del vigliacco, così la scrissi sul cofano, in modo che si notasse di meno. Feci il soldato in Friuli Venezia Giulia, anche con -17 gradi. Quando finì sono stato più prudente, ma non sono stato mai un pompiere. Pacifico, ma incendiario, come si è potuto notare in trasmissione”. 

Sulla situazione attuale lungo la Striscia di Gaza, “non esisterà mai un cessate il fuoco. Sono pronto a chiedere scusa per la mia incredulità, ma finché non vedo i palestinesi nelle loro case, scuole e ospedali, quindi vivere una vita serena, non crederò mai in questa pace. Ricordando che si fa pace tra due nazioni che combattono con due eserciti e non con un esercito ed un presidente americano”.