Quando la protezione civile regionale dirama un’allerta meteo arancione, in provincia di Livorno come nel resto d’Italia, la priorità resta la sicurezza. Per questo i sindaci, seguendo quanto previsto dai rispettivi piani di protezione civile, valutano con attenzione i provvedimenti da adottare per tutelare i cittadini, tra cui la chiusura di parchi pubblici, cimiteri e scuole.
Una ‘questione’ non nuova, visto che da tempo i genitori chiedono di uniformare le decisioni su tutto il territorio, a livello almeno provinciale, considerando che al momento la responsabilità ricade unicamente sui sindaci. E se generalmente in tutti i comuni della provincia livornese sono sempre state adottate le medesime decisioni, ovvero : niente lezioni e studenti a casa in caso di allerta arancione per rischio idraulico o idrogeologico,. stavolta non c’è omogeneità tra le ordinanze emesse.
C’è chi come a Livorno, Collesalvetti, San Vincenzo, Suvereto, Sassetta e (in parte) Piombino ha infatti stabilito la chiusura degli istituti o la sospensione dell’attività didattica mentre nei comuni della cosiddetta ‘associazione intercomunale’ (Cecina, Rosignano, Bibbona e Castagneto) le scuole resteranno aperte. A questo punto quindi la domanda viene spontanea: come mai questa disparità?
Allerte meteo, il perché delle scuole chiuse a Livorno e Collesalvetti
A Livorno, il sindaco Luca Salvetti ha più volte ribadito che, in caso di allerta arancione per rischio idrogeologico e forti temporali, le scuole sospenderanno l’attività didattica. Un provvedimento restrittivo motivato non solo dal rischio di eventi atmosferici intensi, ma anche dalle possibili difficoltà legate alla mobilità come si legge nell’ultima ordinanza emanata: “La misura urgente si rende necessaria anche al fine di tutelare la sicurezza della cittadinanza con riferimento alla mobilità, che potrebbe subire limitazioni nel periodo di vigenza dell’allerta meteo in conseguenza degli eventi atmosferici previsti”.
Concetti analoghi sono contenuti anche nel provvedimento di Collesalvetti, dove si ritiene “necessario adottare, in qualità di autorità comunale di Protezione Civile, misure straordinarie e urgenti per tutelare l’integrità fisica della popolazione e per la messa in sicurezza di persone e cose”. Inoltre “a scopo precauzionale, si ritiene necessario limitare per quanto possibile la circolazione stradale, al fine di ridurre i rischi a essa connessi, non potendosi garantire la sicurezza dei transiti da e per i centri diurni e per anziani”.
A Cecina studenti in classe: “Decisione prese di volta in volta”
A Cecina invece, come spiegato dalla sindaca Lia Burgalassi sui social, gli istituti resteranno regolarmente aperti. Una scelta, arrivata dopo le verifiche con la protezione civile e gli uffici tecnici, condivisa anche con gli altri Comuni dell’associazione intercomunale – Rosignano, Bibbona e Castagneto – che si sono dati delle linee guida per adottare provvedimenti il più possibile uniformi, anche in considerazione dei numerosi pendolari.
“La decisione sulla chiusura delle scuole viene presa di volta in volta, valutando il tipo di rischio per cui viene emessa l’allerta (vento, mareggiate, reticolo idraulico maggiore o minore, pioggia o temporali) e le condizioni pregresse del territorio – spiega la sindaca -. Nel caso odierno, si è considerato che arriviamo da un periodo ‘asciutto’: il territorio non è provato da piogge abbondanti, non c’è saturazione idraulica, non è previsto vento e che le previsioni più intense riguardano il pomeriggio”.
“Ribadisco – conclude Burgalassi – che la decisione di chiudere le scuole non viene presa perché ‘non sono sicure’, bensì per limitare il più possibile gli spostamenti che, negli orari di ingresso e uscita, a Cecina – secondo polo scolastico provinciale – creano un grande afflusso di mezzi e persone. Questo non significa che l’allerta debba essere sottovalutata: invitiamo tutti alla massima prudenza”.