Celebrati nella serie tv in tre stagioni di grande successo An American Saga, i Wu-Tang Clan, da Staten Island, New York, sono il gruppo che più di tutti rappresenta la storia dell’‘età d’oro’ degli hip hop originale americano, quella degli anni 90. La formazione, nota sia per aver realizzato dischi che hanno segnato gli ultimi decenni di cultura musicale popolare, sia per una carriera dove arte e vita si sono sempre pericolosamente intrecciate, arriva a Casalecchio di Reno, alla Unipol Arena l’8 marzo 2026 con lo spettacolo Wu-Tang Forever: The Final Chamber, unica data italiane del loro tour internazionale.
Una comunità rap, la loro, nata nel 1992 grazie alla passione e al desiderio di uscire dal ghetto di RZA, GZA e Ol’ Dirty Bastard, che hanno raccolto intorno a sé Method Man, Raekwon, Ghostface Killah, Inspectah Deck, U-God, Masta Killa e successivamente Cappadonna. Ognuno con una sua specifica personalità e a una raffinatissima capacità di narrazione che attingeva, insieme, alla brutalità della vita di strada, a un immaginario mutuato dai film di gangster e a un profondo amore per le arti marziali, anche questo derivante dal cinema di serie b, in particolare quelle praticate dai monaci shaolin. Una miscela unica, che ha dato vita a un suono mai sentito prima nell’hip hop, grazie a dischi come Enter the Wu-Tang (36 Chambers) e soprattutto al secondo album, Wu-Tang Forever, dove la poesia cruda e il battere ritmico delle macchine elettroniche dialoga con una orchestra di musica classica da camera. Così diventano il simbolo del riscatto attraverso la cultura pop, senza mai recidere veramente il loro legame con le origini, tra vita dorata da superstar e criminalità, una relazione che culminerà con la tragica fine di Ol’ Dirty Bastard, che muore nel 2004 per overdose. E adesso è suo figlio, Young Dirty Bastard, 36 anni, a interpretare che era del padre all’interno degli spettacoli di questo tour che è stato annunciato come quello dell’addio alle scene da parte del gruppo.
Una realtà, la loro, che ha costruito un impero del quale fanno parte una linea di abbigliamento che prende il loro nome, modelli di scarpe da ginnastica disegnati per Nike, la creazione di videogiochi e iniziative commerciali singolari, come la realizzazione nel 2015 di un disco pubblicato in una sola copia, One Upon a Time in Shaolin, acquistato dall’imprenditore farmaceutico Martin Shkreli per due milioni di dollari, con la clausola di non poter fare un uso commerciale del disco per 88 anni. L’industriale lo rivenderà successivamente su Ebay. Una operazione, quella dell’album, accompagnata da voci secondo le quali in realtà non sarebbe stato il gruppo di Staten Island a inciderlo, ma un produttore su commissione di alcuni dei componenti. Tutti elementi, aggiunti alla loro originalità, che contribuiscono a fare del concerto bolognese uno degli appuntamenti musicali più attesi in Italia nel 2026. I biglietti saranno disponibili in prevendita da giovedì alle 10, mentre in vendita generale da venerdì 24 alle 10.
Pierfrancesco Pacoda