di
Giulio De Santis
La sentenza: «Non è risultata, a oggi, mai processualmente provata alcuna attività di riciclaggio di Cosa nostra nelle imprese berlusconiane, né nella fase iniziale di fondazione del gruppo né nei decenni successivi»
L’ipotesi di un legame di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri con Cosa Nostra è stato bocciato in modo definitivo dalla Corte di Cassazione. Il ricorso della procura generale di Palermo contro il rigetto della Corte d’appello di Palermo di sorveglianza speciale e della confisca dei beni nei confronti di Dell’Utri – difeso dagli avvocati Francesco Centonze e Tullio Padovani – è stato infatti respinto dai giudici della Suprema Corte. E di conseguenza diventa verità storico – giuridica definitiva il passaggio dei giudici di secondo grado secondo cui «Non è risultata, a oggi, mai processualmente provata alcuna attività di riciclaggio di Cosa nostra nelle imprese berlusconiane, né nella fase iniziale di fondazione del gruppo né nei decenni successivi».
«Soldi a Dell’Utri per il suo silenzio? Tesi indimostrata e illogica»
Parole che escludono definitivamente che all’origine dei successi berlusconiani ci sia stato l’appoggio di Cosa Nostra. La Corte d’appello di Palermo, nella sua decisone divenuta definitiva, ha smontato uno dei capisaldi delle accuse per provare un sodalizio tra Berlusconi e Dell’Utri con Cosa nostra. Cioè che il fondatore del gruppo Fininvest abbia remunerato Dell’Utri per indurlo al silenzio sui loro rapporti con la mafia Sicilia sentiamo. Scrivono i giudici di secondo grado: «E’ indimostrata e illogica la tesi secondo la quale Berlusconi avrebbe versato somme di denaro a Dell’Utri per ottenere il suo “silenzio” sull’esistenza di indimostrati accordi con Cosa nostra».
«Fra Berlusconi e Dell’Utri solo una grande amicizia»
Il rigetto della Corte Suprema coinvolge anche i familiari di Dell’Utri – assistiti dagli avvocati Filippo Dinacci, Lodovica Beduschi e Francesco Bertorotta- verso cui la procura generale aveva chiesto le medesime misure proposte verso l’ex senatore di Forza Italia. Anche il tribunale di Palermo si era espresso in precedenza nei medesimi termini, sconfessando le ricostruzione della procura sul presunto silenzio di Dell’Utri ben pagato da Berlusconi: «Tale conclusione, oltre che estremamente semplicistica e indimostrata, si scontra con la successiva evoluzione dei rapporti fra i due e con il più volte rinnovato (finanche nelle proprie disposizioni testamentarie, come notorio) senso di amicizia e riconoscenza mostrato da Berlusconi nei confronti di Dell’Utri e posto alla base degli ingenti flussi finanziari veicolati in suo favore».
Duro il commento della figlia di Berlusconi, Barbara: «Termina con la pronuncia della Cassazione una persecuzione giudiziaria e politica vergognosa fondata sul nulla che ha coinvolto mio padre e i suoi collaboratori da quando è sceso in politica. Non posso che esprimere la mia soddisfazione, ma allo stesso tempo rimane l’amarezza. Mio padre infatti ha dovuto subire per decenni accuse assurde e inverosimili».
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22 ottobre 2025 ( modifica il 22 ottobre 2025 | 14:44)
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