di
Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Il testo della legge di Bilancio, che sale a 154 articoli, è stato bollinato dalla Ragioneria di Stato e inviato dal Mef alla Presidenza del Consiglio dei ministri

La Manovra 2026 è ufficialmente bollinata. La Ragioneria generale dello Stato ha dato il via libera al disegno di legge di bilancio, che è stato trasmesso dal Mef a Palazzo Chigi per l’invio alla Presidenza della Repubblica. Il testo, salito da 137 a 154 articoli, conferma l’impianto della prima bozza ma introduce anche alcune modifiche sostanziali su fisco, banche, affitti brevi e fondi di settore.

Affitti brevi

Nel testo bollinato all’apparenza salta l’aumento della cedolare secca dal 21% al 26% sul primo immobile destinato agli affitti brevi. Il testo infatti recita che l’aliquota resta al 21%, ma solo a condizione che l’immobile non sia affittato tramite portali telematici o intermediari immobiliari. In caso contrario, si applicherà l’aliquota più alta, come previsto dalla prima versione del provvedimento. La norma viene quindi rimodulata, ma non completamente cancellata, mantenendo la distinzione fra locazioni dirette e quelle gestite tramite piattaforme online. Davanti a questa modifica però è insorta l’Aigab, l’associazione che rappresenta oltre 800 operatori del settore: «Praticamente tutti gli affitti brevi avvengono tramite portali o intermediare», spiega l’associazione, «la nuova formulazione del testo non cambia la sostanza del precedente. Tutti i contratti di locazione breve sono conclusi tra proprietari e conduttori per il tramite di portali e intermediari online. L’effetto rimane una patrimoniale su mezzo milione di famiglie italiane colpevolizzate perché proprietarie di una seconda casa da cui ricavano un reddito integrativo. Chi ha riscritto il testo o non conosce la materia o è in malafede», conclude l’Aigab. 



















































Fisco, taglio Irpef confermato

Sul fronte delle tasse, viene confermato il taglio della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28 mila e 50 mila euro, con sterilizzazione per i redditi oltre i 200mila euro attraverso una riduzione delle detrazioni.
Prevista inoltre una tassazione agevolata al 5% per gli aumenti contrattuali del 2025 e 2026, ma solo per i lavoratori con redditi inferiori ai 28mila euro. Restano le misure già note sullo sconto fiscale per straordinari, lavoro domenicale e festivo, e l’aumento a 10 euro della deduzione dei buoni pasto.

Banche, confermate le misure su Irap e riserve

Il testo conferma l’aumento di due punti percentuali dell’Irap sugli istituti di credito, insieme alla sospensione della deduzione dei componenti negativi legati alle Dta e alla possibilità di affrancare le riserve con aliquote agevolate (27,5% nel 2026, in crescita fino al 33%).
Modificata invece la norma sugli interessi passivi, ora deducibili al 96% per il periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2025, con un incremento graduale fino al 99% nel 2028.
Ritoccate anche le regole per la deducibilità delle svalutazioni sui crediti: per i crediti a rischio di primo e secondo stadio, la deduzione avverrà “in quote costanti” per cinque esercizi a partire dall’anno in cui sono iscritte a bilancio.

Rottamazione e sanatorie: fino a 54 rate

Confermata la nuova rottamazione dei carichi affidati alla riscossione tra il 2020 e il 2023, con possibilità di pagamento in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2026 o in 54 rate bimestrali fino al 2035, con interessi al 4% annuo e rate minime da 100 euro.
Prevista anche una norma anti-furbetti: chi non versa la prima o l’ultima rata, o ne salta almeno due, perde tutti i benefici della sanatoria.
Gli enti locali e le regioni potranno introdurre proprie forme di definizione agevolata, anche su crediti difficili da riscuotere come multe o sanzioni, ma non per Irap e addizionali.

Pensioni, confermata solo l’Ape sociale

Sul fronte previdenziale, il testo proroga fino al 31 dicembre 2026 l’Ape sociale, mantenendo i requisiti attuali (63 anni e 5 mesi con condizioni specifiche), ma non prevede alcuna proroga per Opzione donna e Quota 103.

​Cinema, tagli ridotti

Piccola marcia indietro sul fronte della cultura: il taglio al Fondo per il cinema e l’audiovisivo scende a 150 milioni nel 2026 (invece dei 190 inizialmente previsti) e a 200 milioni nel 2027 (anziché 240).
Si tratta di una riduzione “attenuata” rispetto alla prima bozza, per rispondere alle richieste del settore.

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22 ottobre 2025 ( modifica il 22 ottobre 2025 | 14:27)