In vista della nuova avventura professionale, Andrea Vendrame non vuole lasciare nulla al caso. Lo scorso settembre vi avevamo svelato in anteprima del suo passaggio in Jayco-AlUla e subito dopo il Lombardia il veneto si è sottoposto alle visite mediche all’Istituto delle Riabilitazioni Riba di Torino, dove ha potuto cominciare a conoscere la nuova realtà.
«Lascio la Decathlon dopo sei anni – racconta – e ringrazio il vecchio manager Lavenu che mi ha accolto tra di loro nel 2020. Porterò sempre con me dei bei ricordi, ma ora voltiamo pagina, perché ci aspetta questa nuova avventura nel 2026. Sono molto curioso e spero di regalare subito delle belle soddisfazioni», ha cominciato a raccontarci in occasione del nostro incontro.
Tra gli aspetti su cui sin da subito il club australiano ha voluto lavorare c’è quello dell’alimentazione. A Torino, Andrea ha potuto conoscere Laura Martinelli, nutrizionista della squadra oramai da diverse stagioni. Un primo colloquio introduttivo che ci hanno raccontato entrambi. «Il primo impatto è stato di grande familiarità – comincia a raccontare Andrea – il caso vuole che io e Laura abitiamo vicini, quindi c’è stato subito feeling, anche se non ci conosciamo ancora al 100 per cento. Di certo, rispetto alla Decathlon, ho visto che la Jayco-AlUla segue i suoi corridori in maniera molto più dettagliata sotto questo aspetto. Ho subito visto una pianificazione mirata e incentrata sul corridore».


Il primo impatto
La dottoressa Martinelli spiega come funziona la visita introduttiva con un nuovo arrivato: «In generale, quando facciamo le visite mediche per la nuova stagione, abbiamo soltanto 20 minuti per corridore, per cui non c’è tanto tempo per approfondire i vari temi. Comunque, cerco sempre di rompere un po’ il ghiaccio e di capire se ci sono criticità particolari da un punto di vista nutrizionale, allergie o intolleranze».
Stavolta, il colloquio è stato ancora più semplice, viste le origini comuni: «Conoscevo Andrea di vista perché il nostro ambiente è piccolo e poi siamo tra veneti. Io sono di Treviso e lui è di Conegliano e, come se non bastasse, conosco bene anche il coach che lo segue, Fabio Baronti, che è di Udine. Ci siamo già messi d’accordo per i prossimi passi».
Poi, la nutrizionista della squadra australiana, analizza il passato per studiare l’alimentazione futura: «Di solito chiedo le tre cose che sono andate male e su cui si vuole migliorare in prospettiva e le tre che sono andate bene e si vogliono mantenere. Una sorta di “riassunto nutrizionale”, che abbiamo fatto anche con Andrea. Altrettanto importante poi, è definire quando inizia la stagione. Per me, è fondamentale capire se il corridore dev’essere già pronto per l’Australia ad inizio gennaio o se abbiamo un altro mese di lavoro e possiamo concentrarci sulle gare di febbraio».


La prima pianificazione
Oltre al contatto umano, fondamentale anche ad alto livello, la componente tecnologica non è da meno. Sempre però con la supervisione dello staff medico, come sottolinea Martinelli: «Ho spiegato ad Andrea il funzionamento della nostra app interna, che ci aiuta a mantenere una comunicazione efficace col corridore. Ci sono tantissime applicazioni, anche gestite dall’intelligenza artificiale, ma sono molto più fredde. Dietro ogni messaggio che l’app invia, c’è sempre l’operatore umano che corregge e conferma i calcoli prima di inviarli».
Ci sono momenti in cui ciascun ciclista vuole essere seguito passo per passo e altri in cui bastano poche informazioni basilari per continuare sul giusto cammino verso il prosieguo della stagione.
«Ogni corridore – spiega – ha delle esigenze particolari. Noi, come nutrizionisti, possiamo variare il nostro supporto dalle semplici linee guida a indicazioni precise al grammo. Ho chiesto ad Andrea di guidarmi lui in base a quello che gli serve in questo determinato periodo della stagione. Per ora mi ha chiesto un approccio più generale per tipologia di giornata. C’è un foglio per le giornate di riposo, uno per gli allenamenti di basic endurance e così via. Poi, avvicinandoci ai ritiri di dicembre e gennaio, andremo più nel dettaglio e aumenteremo il livello di accuratezza».


Progresso e carboidrati
Un approccio personalizzato e peculiare che ha colpito in positivo Vendrame. «Conosciamo molte applicazioni usate dalle altre squadre, gestite soltanto dall’intelligenza artificiale, mentre avere qualcuno che ti segue nel dettaglio è fondamentale». Vendrame è un corridore molto leggero (il suo peso oscilla tra i 61 e 62 kg) ma, come dice lui «c’è ancora margine per migliorare e ne ho parlato con Laura». Quando è pausa tra le stagioni però, il Joker ammette di concedersi qualche sfizio, come ad esempio «una bella bistecca con qualche amico e con la fidanzata».
Di certo, rispetto a una decina d’anni fa, l’alimentazione è uno degli aspetti su cui si è lavorato di più nel ciclismo e che ha subito una trasformazione immensa. Basti pensare anche ai consumi in corsa, come racconta la nutrizionista veneta, riportando l’esempio di Michael Matthews, all’attacco durante l’ultimo Lombardia.
«Si è tenuto sui 140 grammi all’ora per tutta la durata della corsa. Una volta se avessi dato questi numeri – sorride – mi avrebbero guardato straniti e pensato che sicuramente avrebbe dato problemi di mal di pancia. I prodotti però ora sono molto più tecnici e più buoni, oltre ad essere utilizzati meglio. Le competenze molto più avanzate e si gioca sui rapporti tra fruttosio e glucosio».


Il sogno del Tour
Anche Vendrame, ripercorrendo la sua carriera da pro’, conferma questa tendenza: «Da quando sono passato nell’anno 2017 con l’Androni ad oggi, la nutrizione è entrata prepotentemente nel mondo sportivo, non soltanto nel ciclismo. Abbiamo visto che arriviamo tutti al 100 per cento di forma alle corse, per cui quel piccolo guadagno sulla nutrizione ti permette di fare la differenza. Ben venga questa ricerca, che non tocca solo il settore professionistico, ma anche quello amatoriale».
Tanti sacrifici per un obiettivo. Andrea ha le idee chiare: «Vorrei partecipare al Tour de France. Non ci sono riuscito con una squadra francese, per cui sarebbe bello invertire la tendenza. Alzare le braccia al cielo in una tappa poi, sarebbe il mio sogno».