Un detenuto, cittadino romeno di 20 anni, è evaso mentre era all’ospedale San Filippo Neri per una visita medica. L’uomo, secondo quanto appreso da RomaToday, è accusato di furti consumati con violenza. A dare l’allarme è stato il personale sanitario.
Del caso sono stati informati gli investigatori della polizia penitenziaria che ora indagano. Il 20enne, stando a quanto fatto trapelare dal sindacato Fns Cisl Lazio, era detenuto nell’istituto Casal del Marmo, istituto minorile che ospita 69 detenuti, 59 uomini e 10 donne.
“Nell’istituto Casal del Marmo mancano in particolare le unità nel ruolo ispettori e sovrintendenti – ha spiegato il segretario del sindacato Massimo Costantino – È noto che il settore della giustizia minorile è sotto pressione, con l’aumento della devianza giovanile e delle cosiddette baby gang, spesso legate alla criminalità organizzata. Una situazione che richiede risposte urgenti e risorse specifiche”.
Prioritario catturare l’evaso
“Adesso è prioritario catturare l’evaso – denuncia Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe – ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria del carcere”. Negli ultimi anni è successo spesso: dici carcere minorile e il pensiero va alle scene della fortunata fiction Mare Fuori, ai suoi protagonisti e alle loro storie di amicizia e amore, di rimorsi e voglia di riscatto. Ma la realtà e che quella è soltanto la trama di un film e la realtà incrocia quotidianamente le storie, vere e drammatiche, dei giovani detenuti e le criticità, ancora difficili da risolvere, del sistema penitenziario minorile. Il vero nodo, ultimamente, è la gestione di tanti detenuti stranieri, molti minori non accompagnati e con problemi psichiatrici – aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sappe, che torna a denunciare il quotidiano e sistematico ricorso alle visite mediche in ospedali e centri medici fuori dal carcere, con contestuale massiccio impiego di personale di scorta appartenente alla polizia penitenziaria, per la diffusa presenza di patologie tra i detenuti -. Proprio per questo, il Sappe è fermamente convinto che sia stato un errore abolire la sanità penitenziaria e delegare tutto alle AA.SS.LL.“.
Segnali preoccupanti
“Va fatta, inevitabilmente, un’attenta analisi di quanto sta accadendo, nella giustizia minorile, condotta con grande competenza e professionalità dall’attuale Capo dipartimento Antonio Sangermano. Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile – conclude Capece -. È stato allora positivo che nel Decreto Caivano è stata prevista la possibilità di trasferire i soggetti dai 18 ai 25 e nel circuito degli adulti: parliamo di soggetti che, ad esempio, danno luogo ad aggressioni, sono incompatibili con il trattamento per i casi specifici dedicati ai minori, creano allarme all’interno degli istituti”.
Come Fns Cisl Lazio “da tempo denunciamo le condizioni di estrema difficoltà in cui opera il personale di polizia penitenziaria. Più volte abbiamo rappresentato le difficoltà di operare in condizioni di sicurezza degli agenti nonostante l’utilizzo di personale in servizio all’interno delle strutture penitenziarie, causano un continuo susseguirsi di attività in sotto organico”. A giugno scorso, in una dinamica simile, un detenuto era evaso dell’ospedale Santo Spirito e catturato due giorni dopo.