«Pizza is my favorite food.[…] If I’m going to be bad it’s gonna be pizza!» dice Avril Lavigne nel documentario Avril Lavigne: Under My Skin del 2004, con la stessa leggerezza con cui canta di amore e rabbia, nel camper con la band, in attesa del prossimo concerto. Una passione per la pizza dichiarata davanti a telecamere che, lontano dai riflettori e ben prima del successo planetario, prende forma in un luogo preciso. La pizzeria dell’adolescenza di Avril, nella città che l’ha vista crescere. Perché per capire davvero Avril, bisogna partire dalla pizza e da Napanee.
A due ore da Toronto, capitale economica del Paese, si trova Napanee, la città in cui è vissuta la star del pop-punk, una tappa obbligata per chi vuole misurare la distanza tra mito e realtà. La cittadina di Napanee conta circa 5000 abitanti e si è meritata una citazione nell’ultimo singolo della pop-star Young & Dumb insieme ai Simple Plan, che con la cantante condividono sia l’odio dei puristi del punk-rock che l’origine canadese (la band proviene dalla francofona città di Montréal): «2002, and I’m hangin’ on a tour bus / Leaving my hometown, Napanee».
Napanee è una cittadina tranquilla, con case grandi e molta natura intorno. A differenza dei connazionali Sum 41, a cui ad Ajax è stata intitolata persino una via (Sum 41 Way), Napanee non ha monumenti o insegne dedicati alla cantante. Esiste però un posto che i fan non mancano mai di visitare: La Pizzeria, il locale dove la giovane Avril trascorreva parte del suo tempo libero e che oggi è diventato una tappa simbolica per chi vuole ripercorrere le sue origini. Esiste però un luogo preciso che i fan non mancano di visitare: La Pizzeria, il ristorante dove l’Avril adolescente trascorreva parte del suo tempo libero.
La pizza de La Pizzeria a Napanee. Foto: Facebook
Camminando per la via principale di Napanee, scorgo la nostra meta: “La Pizzeria”. Il locale si presenta con una grande scritta blu scuro su sfondo arancione e in vetrina un poster di Avril insieme a un neon “OPEN” che ci invita a entrare. L’interno della pizzeria è completamente vuoto, spoglio e illuminato da luci fredde: mi ricorda The Original Beef of Chicagoland, il locale della serie The Bear prima che venisse rinnovato e salvato da Carmy (il protagonista interpretato da Jeremy Allen White). Un lungo corridoio, una decina di tavoli in legno con sedie ancorate al tavolo, girevoli, e una serie di decorazioni floreali in plastica. Il grande poster in bella vista di Avril ai tempi di Let Go all’ingresso mi scalda un po’. Procedendo verso il bancone, noto un muro completamente spoglio, con qualche chiodo. Da alcuni post di fan online so che qui c’erano delle foto di Avril. Non capisco perché siano state rimosse e ci rimango anche un po’ male. Forse i memorabilia dedicati ad Avril sono spariti con il cambio di gestione del luglio 2024. La storica coppia di proprietari di origine greca è infatti andata in pensione l’anno scorso, vendendo sia il locale che la ricetta della pizza (ma a quanto pare tenendosi le foto di Avril).
Avril Lavigne a La Pizzeria. Foto: Facebook
Il bancone è molto meno spoglio, ma comunque povero di cimeli: dietro all’addetto, che poi scoprirò anche essere il pizzaiolo, c’è un solo altro poster della Avril del 2002.
Il ragazzo ci chiede in direttissima: «Siete fan di Avril?». Ovviamente sì. Siamo anche italiani e ci perdiamo un po’ in convenevoli. Voglio togliermi subito una curiosità e gli chiedo quante persone passano mediamente al giorno in pellegrinaggio per Avril. Mi risponde in media cinque persone al giorno, provenienti da ogni parte del mondo. Essendo noi in cinque, alziamo del 50% la media giornaliera. Mi sento parte di un pellegrinaggio globale, una manciata di persone ogni giorno porta qui la propria storia, la propria nostalgia e la propria devozione alla pop-star. Prima di noi quel giorno era passata una donna in visita dal Giappone. Il ragazzo ci indica la sedia preferita e autografata da Avril con un pennarello indelebile:
Avril Was Here
(this is my chair)
hahaha
XO
Documentati i pochi cimeli di Avril rimasti, decidiamo di prendere una pizza e mangiarla da asporto. Il ragazzo che ci ha preso gli ordini si sposta per cucinare le pizze margherita e le patatine fritte che abbiamo ordinato. Complice il pregiudizio di mangiare pizza fuori dall’Italia e l’aspetto ruspante del locale, le aspettative sono basse. Cibo alla mano, nei 10 minuti di tratto a piedi che separano La Pizzeria e il lungofiume di Napanee, il profumo di pizza è invitante. Ci sediamo a mangiare sul molo, al tramonto, in felpa ad agosto: sembra un rituale. Mi ricorda le volte in cui da adolescente lo facevo con gli amici, sul lungolago. Pensare che Avril, alla stessa età, facesse lo stesso dall’altra parte del mondo, sul suo fiume, genera in me una connessione emotiva. La somiglianza dei paesaggi rende la sensazione più concreta.
Sorprendentemente la pizza è buona: l’impasto è soffice e ben lievitato, il formaggio e la salsa saporiti, ma non stucchevoli. La digeriremo anche molto bene. Se si hanno più di trent’anni, non guasta. Nel piazzale, dei ragazzi si allenano con le moto da cross, e mi riportano ai biker all’inizio del video di Sk8er Boi. In quel momento, mangiando questa pizza, provo un’euforia pura: provinciale, semplice eppure punk-rock.