di
Cesare Giuzzi

La genetista Marina Baldi prende il posto di Garofano nel team di Sempio. Nel 2017 diceva: «il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi è perfettamente confrontabile»

Di chi è lo scontrino di Vigevano? Di Andrea Sempio, che continua a giurare che la mattina di lunedì 13 agosto 2007, mentre Chiara Poggi veniva uccisa, lui era alla ricerca di un libro a 18 chilometri da Garlasco dopo aver parcheggiato la sua auto in piazza Sant’Ambrogio trovando poi la biblioteca chiusa? Oppure, come sostiene la procura di Pavia, di qualcun altro che — in modo consapevole o inconsapevole — ha fornito a posteriori l’alibi perfetto a un (presunto) assassino?

Diciotto anni dopo quel pezzetto di carta di pochi centimetri resta uno dei punti più controversi della nuova indagine sul caso Garlasco. Ma non il solo. E anzi i pm di Pavia hanno fin da subito dubitato che quel ticket pagato alle ore 10.18 potesse essere — anche qualora fosse stato di Andrea Sempio — un alibi rispetto al delitto. Oggi la convinzione degli investigatori, forti anche della testimonianza di una persona che avrebbe avuto conoscenza diretta dei fatti, è che Sempio non sia mai andato a Vigevano. 



















































Le tracce telefoniche, del resto, non lo collocano mai altrove rispetto a Garlasco. Alle 9.58 fa una telefonata di un secondo a Mattia Capra, alle 11.10 viene contattato con un messaggio dall’amico, in entrambi i casi il cellulare aggancia le celle di Garlasco. Parlando con «Chi l’ha visto?» (prima che venisse rivelata l’esistenza del testimone) lo stesso Sempio conferma la sua versione già messa a verbale nel 2008 e nel 2017: «Quello scontrino l’ho preso io». E anzi rilancia: «Sarebbe stato meglio che, se avessero avuto dei sospetti su di me all’epoca, avessero cercato se nelle telecamere in piazza a Vigevano c’erano delle riprese su di me. Lo scontrino me l’hanno chiesto un anno dopo e probabilmente non c’erano più i video».

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Il riferimento è proprio al controverso interrogatorio del 4 ottobre 2008 quando per la prima volta viene «consegnato» il ticket. Sempio sostanzialmente dice che se i carabinieri di Vigevano avessero approfondito allora la vicenda oggi non ci potrebbero essere dubbi sulla sua genuinità. Ma un anno dopo il delitto qualsiasi filmato delle telecamere sarebbe stato certamente già andato perduto. Un anno prima, il 18 agosto 2007, Sempio non parla né di quello che ha fatto il giorno dell’omicidio né della sua visita a Vigevano confermata dallo scontrino, che peraltro dice di aver ritrovato solo qualche giorno dopo. O nessuno glielo chiede. La sua legale Angela Taccia ribadisce che quello scontrino «è di Andrea» e parla di notizie riservate «trasudate sui media» come un escamotage di chi indaga «per misurare le reazioni». L’altro avvocato, Liborio Cataliotti, taglia corto: «È improprio definirlo alibi», perché quando venne esibito «Andrea Sempio non era nemmeno indagato».

Ma lo scontrino, come detto, è solo una tessera del puzzle dell’inchiesta. La più importante è quella del Dna sulle unghie di Chiara Poggi. I difensori hanno nominato la nuova genetista che prenderà il posto di Luciano Garofano. Si tratta di Marina Baldi, esperta molto nota in tv, e che nel 2017 intervistata da Giallo si era espressa sul reperto definendolo «perfettamente confrontabile». Poi le sue posizioni si sono man mano sfumate. La difesa, qualora la perita Denise Albani dovesse confermare la compatibilità del profilo, punterà tutto sull’ipotesi di una contaminazione. Tesi già percorsa dall’allora aggiunto Mario Venditti nella sua autonoma, e oggi sospetta secondo i pm di Brescia, archiviazione del 2017.


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23 ottobre 2025 ( modifica il 23 ottobre 2025 | 08:19)