Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì sempre più tecnologico e all’avanguardia. E’ stato inaugurato mercoledì mattina il nuovo tomografo Pet/Ct Whole Body United Imaging Umi Panorama, che si trova nell’Unità operativa di Medicina Nucleare, diretta dalla dottoressa Federica Matteucci. Uno strumento che riduce fino al 50% le dosi di radiofarmaco, necessita di tempi di preparazione ed esecuzione più rapidi e utilizza l’intelligenza artificiale per restituire dati e diagnosi più precisi e accurati.
La presentazione della nuova Pet: il video
“Con questa nuova macchina, l’Emilia-Romagna si pone all’avanguardia tecnologica in ambito diagnostico oncologico in tutto il Paese- sottolinea l’assessore alla Sanità, Massimo Fabi-. Per il sistema sanitario pubblico è un grande orgoglio, al quale ora si accompagna la responsabilità di sfruttare al meglio questo investimento così rilevante al servizio di cittadine e cittadini. Avremo diagnosi migliori e precoci- prosegue Fabi-, esami meno invasivi e più precisi, e un minor disagio per i pazienti: è questa la direzione verso la quale vogliamo tendere per rendere la nostra sanità sempre più innovativa e a misura di persona”.
“Questa installazione – spiega il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori – ci consente di mantenere e di migliorare il livello di un sistema sanitario che presenta alte performance di statura nazionale. Tutte le volte che noi mettiamo in atto delle azioni che raggiungono lo scopo di ridurre l’esposizione di coloro che provvedono all’esame o che sono esposti all’esame, oltre alla rapidità con cui questo esame viene realizzato e anche la precisione, è evidente che non può che essere un’occasione positiva”. Si tratta, ha aggiunto Zattini, “di un ulteriore tassello che fa crescere sempre di più il nostro ospedale”. Il sindaco ha ricordato anche Giuseppe Fiorentini, fondatore della Medicina Nucleare di Forlì, al quale è stata inaugurata la sala d’attesa: “Ha dato tanto alla città e alla sanità romagnola”.
“Si tratta – entra nel dettaglio Matteucci – della prima installazione in Italia di questo modello e della seconda in Europa, che rappresenta un salto tecnologico e culturale di straordinaria rilevanza per la nostra struttura e per tutto il territorio romagnolo. Questa apparecchiatura di ultima generazione, dotata di un ampio campo di vista, consente di ottenere immagini ad altissima risoluzione, permettendo diagnosi precoci, accurate e tempestive. Inoltre, l’estensione del campo di vista permette di effettuare gli esami in tempi notevolmente ridotti, con una minore dose di radiofarmaco somministrato, riducendo così sia il carico dosimetrico sia il disagio per i pazienti, in particolare per le persone più fragili”.
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“Accanto all’innovazione tecnologica – prosegue – abbiamo dedicato grande attenzione alla qualità degli ambienti, completamente rinnovati secondo un approccio di umanizzazione delle cure rivolto sia ai pazienti che agli operatori. In particolare, la sala d’attesa è stata progettata e decorata da Sara Liverani, che con il suo intervento artistico ha trasformato lo spazio in un luogo più accogliente, armonioso ed attento al vissuto dei pazienti. A dare ulteriore significato a questa inaugurazione è l’ intitolazione della sala al dottor Giuseppe Fiorentini. Con questo gesto simbolico, ma profondamente sentito, vogliamo onorare la memoria di un professionista che ha rappresentato un punto di riferimento per la nostra realtà, contribuendo in modo determinante alla nascita e allo sviluppo della disciplina nella nostra città. Ringrazio sinceramente tutti coloro che hanno reso possibile questo importante progetto, vale a dire la Direzione aziendale, i colleghi del reparto, i tecnici, gli ingegneri, i fisici sanitari e tutti i professionisti che hanno lavorato con competenza e dedizione. Grazie anche a Sara Liverani per aver saputo interpretare lo spazio con sensibilità e umanità, contribuendo a creare un ambiente di cura che è anche uno spazio di bellezza e accoglienza”.

“Sono intervenuta dipingendo questi spazi della Medicina Nucleare (come aveva già fatto, nell’ospedale di Forlì, arricchendo di sue opere la Chirurgia senologica, la Rianimazione e la Chirurgia generale e Terapie oncologiche avanzate, ndr) – afferma Liverani – perché so che fanno bene, perché il contesto in cui viviamo vuole dire tutto. Chiedetelo all’epigenetica, chiedetelo al Dna come mai un gene diventa a volte neurone, a volte muscolo, a volte pelle, a volte tumore. Perché il contesto in cui la cellula vive e nasce fa tutta la differenza e quindi provo a creare contesti di vita migliori, per quel che sono le mie potenzialità. Perché so che fanno bene ai pazienti che lì vivono a periodi, ai familiari di quei pazienti, al personale sanitario che lì vive per almeno 220 giorni all’anno e fanno bene anche a me”.
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“L’introduzione di questa nuova Pet/Tc – spiega Francesco Sintoni, direttore della Direzione medica del presidio ospedaliero di Forlì – consente di incidere positivamente su tutta l’offerta romagnola, implementando la rete dei servizi di Medicina Nucleare ai quali afferiscono i cittadini provenienti da tutto il territorio aziendale, e oltre. E’ veramente con grande soddisfazione che mettiamo a disposizione dei nostri cittadini e dei professionisti della nostra Azienda una tecnologia sofisticata e innovativa, che ci permetterà non soltanto di incrementare la produttività complessiva, ma anche di accrescere la sicurezza, e di migliorare i tempi ed i percorsi di cura. Mi associo ai ringraziamenti alla nostra direzione e ai professionisti sanitari, ma vorrei in particolare sottolineare il grande lavoro dell’ufficio tecnico e dell’ingegneria clinica che, con grande professionalità e competenza, hanno saputo affrontare e risolvere tutte le problematiche tecniche intercorse e consentire l’attivazione della macchina nei tempi previsti. Ringrazio infine Sara Liverani, che ancora una volta ha devoluto gratuitamente la propria arte al nostro ospedale, contribuendo a renderlo un posto sempre più accogliente e bello”.

Sfide attuali e innovazione nell’imaging Pet
Le sfide contemporanee nella medicina nucleare, ed in particolare nell’imaging Pet, non riguardano soltanto il perfezionamento tecnologico, ma anche la capacità di gestire la crescente complessità clinica. Oggi ci si confronta con la necessità di ridurre gli artefatti da movimento ed i tempi di scansione, senza sacrificare la qualità diagnostica; ottimizzare i protocolli per pazienti con condizioni molto diverse; e garantire affidabilità negli studi longitudinali e nei trial clinici. A queste esigenze si aggiunge la pressione per ridurre la dose di radiofarmaco e l’esposizione complessiva, mantenendo al contempo sensibilità elevata e una risoluzione sempre più spinta. È un equilibrio delicato tra innovazione tecnologica, sicurezza del paziente e sostenibilità operativa.
La nuova Pet/Tc digitale all’ospedale Morgagni – Pierantoni
La nuova Pet/Ct digitale offre la possibilità di ridurre drasticamente le dosi di radiofarmaco (fino anche al 50%) e, combinata con tempi di preparazione ed esecuzione più rapidi, si traduce in un’esperienza meno stressante per il paziente, rendendo l’esame più gestibile e confortevole. Il sistema, basato su detettori interamente digitali in cristallo di ultima generazione e su algoritmi di ricostruzione che integrano tecniche avanzate di intelligenza artificiale, permette di ridurre i margini di incertezza e fornire dati diagnostici più chiari. “L’oncologia rimane l’ambito in cui la Pet trova la sua applicazione più diffusa e strategica, ed è proprio qui che emerge con forza la necessità di un’evoluzione – viene spiegato dall’Ausl -. La crescente complessità dei protocolli terapeutici, insieme all’introduzione di farmaci mirati e immunoterapie, richiede strumenti di imaging in grado di cogliere variazioni sottili e precoci nella risposta al trattamento”.

“Non basta più “vedere” la malattia, è necessario interpretarne le dinamiche molecolari e metaboliche, offrendo al clinico dati affidabili e tempestivi per guidare decisioni terapeutiche personalizzate – viene aggiunto -. La medicina di precisione rappresenta la possibilità di unire la potenza della tecnologia con l’attenzione concreta alle differenze individuali. Non si limita a migliorare l’accuratezza delle diagnosi o l’efficacia delle terapie, ma porta con sé un cambio di prospettiva: vedere il paziente non come un insieme di dati anonimi, bensì come una complessità unica che merita soluzioni mirate. L’obiettivo principale è ottimizzare la diagnosi, con un focus specifico sull’individuazione precoce di lesioni subcentimetriche, un traguardo da sempre considerato sfidante nella medicina nucleare a causa delle limitazioni tecniche e della complessità delle immagini”.
“Innovazione e umanità al servizio delle persone”
Alla cerimonia erano presenti anche il sindaco Gian Luca Zattini, la direttrice sanitaria dell’Ausl Romagna Francesca Bravi, il direttore dell’Unità operativa Fisica medica e ingegneria clinica Stefano Sanniti, il direttore della Direzione infermieristica e tecnica di Forlì Andrea Galeotti e la consigliera regionale Valentina Ancarani. Quest’ultima ha parlato di “un traguardo che testimonia la capacità del nostro sistema sanitario di investire in tecnologia e ricerca per offrire diagnosi sempre più precise, rapide e con minore impatto sui pazienti. La nuova Pet/Tc rappresenta un salto di qualità per tutta la rete romagnola, frutto di professionalità, competenze e visione. È la dimostrazione che la sanità pubblica, quando sostenuta da investimenti adeguati, sa garantire a tutte e tutti cure di eccellenza e pari opportunità di accesso”.
Accanto all’innovazione tecnologica, Ancarani sottolinea il valore dell’umanizzazione dei luoghi di cura: “La sala d’attesa decorata da Sara Liverani e l’intitolazione al dottor Giuseppe Fiorentini, indimenticato fondatore della Medicina Nucleare di Forlì, raccontano una sanità che mette al centro la persona, riconoscendo il valore dell’accoglienza, della bellezza e della memoria come parte del percorso di cura. Investire in strutture pubbliche come questa significa credere in un modello di sanità moderna e vicina, capace di unire innovazione scientifica e sensibilità umana, e di restare fedele alla propria missione: garantire salute e dignità a ogni cittadino”.