Il dolore sta distruggendo Dalila Di Lazzaro. Un dolore che solo la morfina può alleviare. Una verità che racconta al settimanale F: «Quando il dolore si fa insopportabile chiudo gli occhi e dormo. In questo mi aiuta la morfina, anche se mi rallenta, non mi fa parlare bene, e comunque è solo un palliativo».
La malattia
“La bella addormentata di Via Palermo”, si definisce così convive da quasi trent’anni con dolore cronico neuropatico che le condiziona la vita. «Nel 1998 – ricorda ancora – un incidente in motorino mi ha provocato la rottura dell’atlante, la prima vertebra cervicale. Da quel momento, la mia vita è totalmente cambiata. Ho difficoltà a viaggiare, a muovermi, per undici anni sono stata costretta a letto, e ho sempre attaccato un cerotto alla morfina per il dolore».
Cerca aiuto. Lo cerca da sempre. Ma la sua malattia, oggi, è incurabile: «Tuttora cerco qualcuno che possa aiutare me e i milioni di persone che so,rono di questa malattia, ma ogni volta è una delusione. Per questo sono ambasciatrice di Nevra, l’associazione dedicata a chi so,re di questa patologia».
Il figlio
Dal dolore alla gioia. Quando parla di suo figlio Christian nato quando Dalila aveva appena 16 anni. «Quando a 15 anni sono rimasta incinta, i miei mi hanno buttata fuori casa. Avevo il pancione e non sapevo dove andare, ho provato da mia suocera e mi ha detto di tornare a casa perché non poteva mantenermi. Quando mia madre mi ha visto, mi ha lanciato un secchio d’acqua fredda dal secondo piano. A 17 anni ho sposato Franco Cocetta, il padre di mio figlio che era un mio coetaneo, e per tutta l’adolescenza mi sono colpevolizzata per com’era andata. Però sono felice, perché questo mi ha permesso di conoscere mio figlio: l’incontro più bello di tutta la mia vita…». Un racconto bellissimo quello fatto a F, a Roberta Damiata.
Poi la rottura con suo marito, il ritorno a casa da sua madre. Durato poco, pochissimo con un portacenere tirato che l’ha presa in pieno. Da lì un’altra fuga a casa di sua sorella e una seconda occasione. «Da lì è ricominciata la mia vita. Mi sono trasferita prima a Lignano Sabbiadoro e poi a Roma, dove facevo la modella e mi dicevano avrei potuto fare l’attrice». Ma a Roma non è stato semplice. «Ho vissuto in una pensioncina, non avevo soldi e tanti uomini volevano portarmi a letto. Ma io niente, andavo avanti per la mia strada».
I successi
Ma la ruota della fortuna gira. Ed ecco la svolta. «È arrivata quando ho conosciuto un modello americano: mi ha chiesto una foto che è arrivata nelle mani di Andy Warhol, lui dall’America ha telefonato alla casa di produzione di Carlo Ponti, e questa mi ha chiamato…». Da lì il successo, Hollywood compresa. E pensare che «mia madre mi aveva sempre detto che non valevo niente. Mi invitavano dappertutto e ho anche iniziato a posare come modella, facendo molte copertine, da Vogue a Harper’s Bazaar. Sono stata fotografata dai più grandi, a partire da Avedon. Guadagnavo benissimo anche perché, oltre a fare la modella, di giorno lavoravo come segretaria e di sera nei locali. Tutti i soldi li mandavo a Christian, che nel frattempo viveva con i miei genitori…», racconta ancora al settimanale femminile.
E sempre a F ricorda che quando è tornata in Italia «ho dovuto quasi chiamare i carabinieri per poterlo riprendere a vivere con me: non volevano più darmelo».
La morte del figlio
Un figlio che ha amato tantissimo. «Eravamo molto legati, lui spesso era mio padre e io, quando dovevo, sua madre. A 18 anni, gli ho comprato un piccolo appartamento sotto il mio in modo che potesse suonare con i suoi amici. Era un chitarrista eccezionale». Poi però Christian a 22 anni è morto in un incidente stradale. Un dolore che ancora oggi c’è in lei. «Io sono credente, sono certa che un giorno ci rincontreremo e avremo un’altra vita insieme. Poco dopo la sua morte alcuni cari amici mi hanno portato in Tunisia nel tentativo di farmi distrarre. Ma io ero costantemente sotto valium e volevo solo morire. Finché un giorno, in spiaggia, mi è arrivato sul piede un sasso con la forma di un cuore perfetto. Quando mio figlio era in vita, mi regalava sempre cuori: lì ho capito che era un segno, e che lui mi era vicino. In quel momento ho provato un grande sollievo, e da allora ho cominciato a trovare cuori ovunque…».
Il compagno
Al suo fianco da anni c’è un uomo, Manuel Pia. Un musicista che l’ha conquistata scrivendo una canzone per lei. Prima l’amicizia e dodici anni fa, «dopo un meraviglioso weekend in Francia è scoppiato l’amore». Un amore rivelato solo ora, a distanza di tempo per paura di essere giudicata. «Visto che lui è più giovane di me di una trentina d’anni, non volevo che la gente sporcasse il nostro rapporto, magari dicendo che era il mio badante. L’amore puro esiste». «Manuel – continua su F – ha saputo conquistarmi con la sua schiettezza e il suo essere artista come Christian. Mi assomiglia, diciamo le stesse cose, e in dodici anni non abbiamo mai litigato. Forse mi è stato mandato proprio da mio figlio…».
Gli amori
Ha vissuto storie importanti con Giovanni Agnelli e Alain Delon: «L’uomo più bello del mondo ma aveva un carattere molto forte, era severo. Quando ci siamo lasciati mi è stato vicino: aveva saputo che mia madre si era ammalata e mi ha messo a disposizione il suo aereo privato per portarla in ospedale a Parigi».Perché non si è più risposata? «Me lo hanno chiesto in tanti, ma io non avevo mai superato lo shock della fine del primo matrimonio. E ho sempre detto no!, conclude a F.
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