di
Alberto Giulini
Collegno, la vittima aveva 39 anni: padre di tre figli, separato da poco, era titolare di un’azienda di videosorveglianza. È stato assassinato sotto casa dei genitori. In fuga l’aggressore. Una testimone: «Prima di morire ha detto “oh mio Dio”»
Un imprenditore di 39 anni, Marco Veronese, è stato assassinato questa notte (23 ottobre), intorno all’1.30, al confine tra Torino e Collegno. L’uomo, residente a Collegno, titolare di una ditta di videosorveglianza, è stato aggredito e ucciso in via Sabotino, all’angolo con corso Francia con almeno 12-15 coltellate. Risulta separato da poco, era padre di tre figli piccoli. Veronese è stato assassinato sotto casa dei genitori, dove era tornato a vivere dopo la separazione. Si potrebbe trattare di un agguato. Una vicina di casa ha sentito le urla in strada: «Che cosa fai, bastardo?».
Una passante ha dato l’allarme
Secondo una prima ricostruzione, la vittima sarebbe stata colpita con 12-15 fendenti al torace da uno sconosciuto. A dare l’allarme è stata una passante che ha immediatamente contattato il 112. I residenti hanno sentito urlare prima dell’omicidio. Sul posto sono intervenuti i soccorritori e i carabinieri, ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare.
SUE LE TELECAMERE CHE POTREBBERO AVER RIPRESO L’OMICIDIO
«Il killer era incappucciato, la vittima ha detto “oh mio Dio”»
L’aggressore, descritto come un uomo incappucciato, si è dato alla fuga ed è tuttora ricercato. «Ho sentito le urla, mi sono affacciata e ho assistito all’intera scena — racconta una testimone —. La vittima stava correndo, arrivava dal fondo di via Sabotino, rincorsa da un uomo incappucciato che aveva una giacca. Gli ha dato due coltellate al collo, poi è salito sul suo corpo e ha continuato a infierire. Le ultime parole, prima di morire, sono state “oh mio Dio”. Il killer non ha detto una parola, è stato freddo e lucido ed è scappato in corso Francia. Sono solo riuscita a prendere il telefono per chiamare i soccorsi». Le indagini sono affidate ai carabinieri delle Compagnie di Collegno e Rivoli, con il supporto del Nucleo Investigativo di Torino.
La testimonianza del tabaccaio
«Lo conoscevo, era un mio cliente – racconta Fabio Monaco, titolare della tabaccheria sotto casa della vittima -. Veniva insieme alla famiglia, era un amico. Ha montato le telecamere del negozio. Sono davvero devastato: storie del genere si sentono tutti i giorni ma è strano quando capita qualcosa così vicino. Era una persona d’oro e aveva una famiglia eccezionale, non l’ho mai visto litigare con nessuno»
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23 ottobre 2025 ( modifica il 23 ottobre 2025 | 16:52)
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