Da 14 anni a questa parte, il weekend di Sepang, per la MotoGp, non è più come gli altri. Il 23 ottobre del 2011, sulla pista malese, moriva in un incidente Marco Simoncelli: originario di Coriano, aveva 24 anni, quattro stagioni prima era diventato campione del mondo nella classe 250 e in quell’annata aveva già dimostrato al mondo la propria voglia di ambire alla corona anche nella classe regina.

Stamattina, all’arrivo sul circuito di Sepang, alcuni piloti sono passati a rendergli omaggio di fronte al totem che è stato creato in suo ricordo proprio sulla curva in cui perse la vita. Tra loro c’erano Francesco Bagnaia e Marco Bezzecchi.

Era il secondo giro del gran premio, quando Simoncelli perse il controllo della propria Honda nella bagarre per le prime posizioni. Per restare in sella, si aggrappò con tutto se stesso alla moto, sterzando violentemente verso destra e tornando in mezzo al circuito all’improvviso, dove Colin Edwards e Valentino Rossi non riuscirono a evitarlo. Morì poco dopo, per i traumi riportati alla testa, al collo e al torace.

Per rendergli onore, i piloti corsero a Valencia il gran premio conclusivo con il suo numero, il 58 rosso su sfondo bianco, impresso sulle tute. Per Loris Capirossi si trattava dell’ultima gara della carriera: scelse di disputarla con il 58 sulla carena, anche se ufficialmente, nelle liste, compariva sempre con lo storico 65.

Negli anni, il suo ricordo si è consolidato tramite varie iniziative, tra cui l’associazione del suo nome a quello del circuito di Misano, dal 2013 denominato Misano World Circuit Marco Simoncelli, e la creazione di una squadra motociclistica da parte del padre, Paolo, la Squadra corse SIC58, che oggi gareggia in Moto3 e in MotoE.