Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre le lancette torneranno indietro di un’ora, segnando il passaggio dall’ora legale a quella solare. Mentre il conto alla rovescia per il cambio è ormai iniziato, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez rompe il silenzio con un video pubblicato sui suoi canali social: secondo lui, cambiare l’ora due volte all’anno “non ha più senso”. La Spagna, spiega Sanchez, ha chiesto al consiglio dell’energia dell’Unione Europea di attivare “il relativo meccanismo di revisione” per porre fine al cambio semestrale.
Sanchez ricorda che il dibattito sull’abolizione del cambio dell’ora va avanti da anni: nel 2019 il Parlamento Europeo approvò una risoluzione in tal senso, ma da allora nulla è cambiato. Oggi, secondo il primo ministro, i tempi sono maturi per “far valere quel voto maggioritario” e chiudere la questione entro il 2026.
Il problema, spiega Sanchez, non è solo burocratico. “Non vedo alcun senso nel cambiare l’orario – afferma nel video – e se si considerano i sondaggi condotti tra cittadini spagnoli ed europei, la maggioranza è contraria al cambio”. Inoltre, la scienza dimostrerebbe che lo spostamento delle lancette non comporta un reale risparmio energetico e sconvolge i ritmi biologici due volte all’anno.
I dati confermano parzialmente le sue osservazioni. Nel 2018, una consultazione europea che coinvolse 4,6 milioni di cittadini evidenziò come l’85% fosse favorevole all’abolizione del cambio di orario. Quanto al risparmio energetico, Terna stima che l’ultima modifica delle lancette abbia consentito di risparmiare 340 milioni di kWh, pari al consumo di circa 130mila famiglie. Un dato però minimo se confrontato con il fabbisogno totale di energia del 2024, che ha superato i 312 miliardi di kWh.