di
Davide Stoppini
La squadra di Gasperini ancora sconfitta dopo il k.o con l’Inter, l’Olimpico è diventato un tabù
La Roma è diventata un frullatore all’improvviso, di quelli che butti dentro tutti gli ingredienti che hai e speri che venga fuori la bevanda giusta. Solo che a forza di mischiarli, si rischia un sapore sbagliato, confuso, assai disordinato, certamente amaro. Amaro come la seconda sconfitta consecutiva in Europa League che arriva dopo un altro ko casalingo, quello con l’Inter in campionato di sabato scorso.
L’Olimpico è diventato un tabù: tutti i quattro ko stagionali dei giallorossi sono arrivati in casa. Quello contro il Viktoria Plzen è maturato nel primo tempo, con i due gol subiti nel giro di tre minuti: sul primo, di Adu, scellerato l’intervento del giovane Ziolkowski, lanciato da Gasp e poi sostituito dopo 30’. Il raddoppio, invece, è frutto di un gran sinistro dai 25 metri di Souraé, esterno sinistro francese assai interessante.
La Roma poco ha capito, della partita: approccio svagato, ritmi bassi puniti dal Plzen e un’incapacità di produrre che quasi non fa più notizia. Nel secondo tempo Gasp ha provato a risistemare le cose: Wesley, riportato a destra, è stato il migliore dei suoi. El Shaarawy ha dato la scossa, Pisilli — entrato per Koné — si è procurato un rigore che Dybala (in gol dopo 245 giorni) ha trasformato nell’1-2. Inerzia allora tutta romanista, ma il frullatore (dentro pure Bailey e Ferguson per il solito inguardabile Dovbyk) non ha prodotto il pareggio, nonostante qualche mischia pericolosa e un colpo di testa nel finale di Ndicka fermato dal portiere Jedlicka.
Adesso la classifica europea si complica: tre punti in tre partite e un calendario non semplice, con la prossima trasferta a Glasgow con i Rangers che sa tanto di gara spartiacque. La Roma si sta scoprendo fragile, 4 sconfitte su 10 partite giocate non è un bell’andare.
23 ottobre 2025 ( modifica il 23 ottobre 2025 | 23:26)
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