di
Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio
La donna, 62 anni, aveva condiviso con Luigi Morcaldi anche la gestione di un bar pizzeria alla Bovisa. Insieme dal 1978, la crisi nel 2012. «Lui, disoccupato, si era lasciato andare. Lei invece aveva trovato un impiego in una Rsa e aveva un nuovo compagno»
«Forse Luigi non sopportava di vederla felice». Perché Luciana Ronchi, 62 anni, dopo la fine della relazione con «Gino» Morcaldi, «era rinata, sempre gioiosa», giura chi la incrociava in quartiere. Anche dopo essersi lasciata alle spalle quasi quarant’anni passati assieme. E anzi, forse proprio per questo. Perché gli ultimi anni erano stati difficili, terribili. Liti continue: grida, accuse, insulti. A volte — ha ammesso l’ex, che ora dovrà rispondere dell’accusa di omicidio aggravato — anche spintoni e schiaffi.
I due s’erano lasciati ormai da tempo, nel 2022. Dopo una vita. S’erano conosciuti nel lontano 1978. E convivevano dal 1985. S’erano trasferiti nell’appartamento di via Grassini, là dove è stata accoltellata mortalmente dal 64enne, alla periferia nord della città, una ventina d’anni fa. Casa di cooperativa, di cui la donna era socia. A lungo, con «Gino» la vittima aveva condiviso anche il lavoro. Avevano gestito insieme una birreria. Poi era stato la volta di un bar-pizzeria alla Bovisa, quartiere poco distante da casa. Fino al 2010. Alla chiusura dell’attività. Data che poi (quasi) coincide con l’inizio della crisi del rapporto di coppia e l’inizio delle liti.
Il 64enne, ora a San Vittore, segnala infatti il «2012» come il momento della svolta, l’anno in cui i problemi tra i due iniziano a esplodere, e andranno sempre peggio. La convivenza proseguirà però in qualche modo per altri dieci anni. Quando i due si separano. E lui esce di casa.
Da quando era disoccupato, lui s’era lasciato andare, dicono. Lei, no: non si era mai fermata, aveva sempre lavorato. Anche dopo la chiusura della loro attività, aveva trovato sempre un nuovo lavoro: un impiego nelle pulizie, più di recente nella mensa di una residenza per anziani.
«Era sempre gentile, dolce. Si faceva voler bene», dice di lei una vicina. Che descrive la donna «sempre elegante, curata». Soprattutto negli ultimi tempi. Luciana si stava infatti rifacendo una vita. Aveva un nuovo compagno, «con cui stava finalmente bene», e con cui aveva iniziato a convivere. E che invece per Morcaldi è l’uomo che «si è preso tua madre e la mia vita», come ha scritto in quel foglio carico d’ira rivolto al figlio e ritrovato dagli inquirenti all’interno dell’abitacolo della macchina di «Gino».
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Il figlio Andrea, 28 anni, con il padre aveva troncato ogni comunicazione. Con la madre, invece, il rapporto era forte. In passato lei l’aveva anche aiutato, affiancandolo per un po’ nel negozio d’ortofrutta che s’era conquistato una vetrina in zona. E poi nella vita della donna c’erano quei due nipotini che le riempivano il resto delle giornate. I residenti del quartiere, anche chi con la donna scambiava giusto un saluto, la ricordano ancora a passeggio in zona con Mia, la sua cagnolina morta l’anno scorso.
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24 ottobre 2025 ( modifica il 24 ottobre 2025 | 09:23)
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