Non è mica facile essere un predestinato, neanche se in pista si infrangono record e si ha la fiducia massima di un boss della Formula 1 come Toto Wolff. Tanto più se si prende il posto di un tal Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo. Ma Andrea Kimi Antonelli, 18 anni e un incredibile istinto per la velocità, pur tra pressioni e primi inciampi conserva occhi luminosi e un sorriso bellissimo da giovane acheo che sembra poter domare il futuro.
Secondo il team principal della Mercedes sarà lui a riportare un mondiale in Italia. Ora Kimi ha ancora mezza stagione davanti per crescere in fretta. Il numero che ha scelto per il suo esordio in F1? Il 12, come Ayrton Senna.
Photo by Kym Illman/Getty Images
Andrea Kimi Antonelli nei paddock durante le qualifiche del Gran Premio di Miami, 3 maggio 2025
Andrea Kimi Antonelli, tra il Mugello e Imola
Figlio d’arte, Andrea Kimi Antonelli è nato a Bologna il 25 agosto 2006, tra il circuito di Imola e il Mugello, i suoi preferiti. «Sono fantastici», ha detto il pilota su cui ricadono aspettative supreme. Ma nel cuore c’è anche Silverstone. «Me ne sono innamorato la prima volta che ci ho guidato. Passare per Maggots, Becketts, Chapel e Stowe a bordo di una F1 è stato incredibile: mi ha lasciato senza parole».
Suo padre è Marco Antonelli, pilota soprattutto di Superturismo e Gran Turismo, proprietario con il figlio del team AKM Motorsport, attivo ora in Formula 4.
Dal 2019 sotto le ali del Mercedes Junior Team, che punta a far crescere i giovani verso la Formula 1, Andrea Kimi Antonelli ha bruciato le tappe.
Appena diciottenne, a settembre 2024, l’annuncio che sarebbe stato lui il sostituito di Hamilton – passato in Ferrari – alla Mercedes. Ed eccolo, il 16 marzo 2025, all’esordio assoluto in F1 nel Gran Premio d’Australia. Era dal 2021, da Antonio Giovinazzi, che un pilota italiano non correva in Formula 1.
A 18 anni, 6 mesi e 19 giorni Andrea Kimi Antonelli è diventato il più giovane pilota di sempre a prendere parte a un Gran Premio con una Mercedes. E il terzo più giovane al via di un GP dopo Max Verstappen e Lance Strol, così come l’italiano più giovane a debuttare in F1.
Photo by Mark Sutton – Formula 1/Formula 1 via Getty Images
Andrea Kimi Antonelli alla Sprint Race di Miami, 2 maggio 2025
A 7 anni nascosto dentro una pila di copertoni
La sua primissima volta in pista? Ad appena sei anni con un kart Delfino. A otto, casco gigante su quel visino da bimbetto, l’esordio nel campionato Easykart nella categoria 60cc. E subito dimostrò talento. A nove il primo titolo, la vittoria nella Easykart International Grand Final.
Una curiosità? Nel 2016 ebbe una piccola partecipazione nel film di corse automobilistiche Veloce come il vento di Matteo Rovere, accanto a Stefano Accorsi: lì non guidava, ma quel titolo sembra oggi un presagio.
Aveva solo 12 anni e correva coi kart quando Wolff gli offrì un contratto da pilota junior Mercedes. Dal karting alla F4, dalla Formula Regional alla F2, saltando la F3, Kimi ha dimostrato di essere sempre competitivo e di grande maturità tecnica, dallo stile aggressivo ma pulito. Fino al grande salto! E, tra una qualifica, un sorpasso e un pit stop, intanto, ha preso la patente di guida e il diploma in Relazioni Internazionali per il Marketing, aggirandosi per i paddock con i libri sotto braccio.
In verità, però, Andrea Kimi Antonelli aveva già assaporato l’esperienza di un paddock di Formula 1 a sette anni. Il dietro le quinte delle scuderie è off limits per un bambino di quell’età, ma suo padre trovò uno stratagemma: lo nascose dentro una pila di copertoni, trasportandolo su un carrello, ad Hockenheim 2014.
«Ci mettemmo un ombrello sopra per rendermi più difficile da vedere!», ha raccontato. «Sono riuscito a passare e ad entrare nella corsia box, un amico di mio padre mi ha procurato un pass. Ho dato un’occhiata in giro per un’ora ed è stata un’esperienza fantastica, ma ridiamo sempre alla storia del carrello».
Photo by Clive Mason/Getty Images
Andrea Kimi Antonelli al Gran Premio di Suzuka, 4 aprile 2025
Le difficoltà e il sogno di Ayrton Senna
L’approdo in F1 per Andrea Kimi Antonelli è stato meno facile del previsto. L’inesperienza si è fatta sentire, ma anche la sfrontatezza nel pigiare l’acceleratore.
Wolff ha avuto comunque parole al miele verso il suo pupillo: «A me va bene che prenda rischi, che esplori il limite», ha detto. «Preferisco dover frenare un purosangue che spingere un asino».
Dopo l’inizio capolavoro in Australia, in rimonta e centrando il quarto posto, diversi inghippi di percorso. Nella gara di casa di Imola, squalifica e ritiro. A Monaco è andato a sbattere in qualifica. In Spagna altro ritiro. Ma poi ecco anche il bel sussulto in Canada, con il terzo posto, terzo pilota più giovane di sempre a salire sul podio in F1. A Silverstone, sul circuito tanto amato, nonostante l’asfalto bagnato che lo esalta, ha raccolto il secondo ritiro consecutivo, il quarto della stagione.
Ayrton Senna è il suo idolo. Da piccolo ha guardato tutti i dvd delle stagioni dagli anni ’80 ai 2000, rimanendo folgorato dal brasiliano. «Non sono stato abbastanza fortunato da vederlo gareggiare, ma quando ho guardato tutti quei video ho iniziato a capire le gare incredibili che ha fatto», ha affermato Kimi. «Mi ha ispirato. Sarebbe fantastico realizzare nella mia carriera anche solo una piccola parte di ciò che ha fatto lui».
Senna corse con il numero 12 per tre stagioni con la Lotus, tra il 1985 e il 1987, ottenendo la sua prima vittoria in F1 in Portogallo nel 1985. Anche il suo primo titolo, nel 1988, arrivò con il 12 sulla parte anteriore della McLaren. Il 12 è anche il numero che Kimi ebbe la prima volta nelle monoposto e con cui vinse i titoli italiano e tedesco di F4 nel 2022 e, un anno dopo, i campionati di Formula Regional in Europa e Medio Oriente.
Il nome Kimi? No, non è un omaggio al finlandese Kimi Räikkönen, l’ultimo ad aver conquistato un mondiale con la Ferrari, nel 2007. Fu suggerito ai genitori da un amico di famiglia perché suonava bene tra Andrea e Antonelli. A volte, però, il caso si rivela destino. Chissà…