di
Ruggiero Corcella

La stagione influenzale è ufficialmente iniziata e sembra prospettarsi piuttosto pesante. Con l’aiuto del professor Fabrizio Pregliasco, spieghiamo come riconoscerla e che cosa fare per affrontarla nel modo migliore: «Vaccinazione, prima linea di difesa»

La stagione influenzale è ufficialmente iniziata. In Lombardia e nel Lazio sono stati infatti segnalati i primi casi. Secondo il bollettino Influnews della Regione Lombardia (relativo alla settimana dal 06/10/2025 al 12/10/2025), l’incidenza totale delle sindromi simil-influenzali è pari a 7.8 casi per 1000 assistiti, con un livello basale di intensità. L’incidenza è pari a 13.6/1000 nella fascia d’età 0-4 anni, 3.8/1000 nella fascia 5-14 anni, 9.2/1000 nella fascia d’età 15-64 anni e 5.4/1000 negli over-65enni. Di tutti i virus segnalati, quello maggiormente identificato è il Rhinovirus, pari al 30,8% dei casi. Il virus influenzale A riguarda, invece, l’1,4% dei casi

Anche a Roma è stato registrato il primo caso di influenza, in uno studio medico del quartiere di Tor Pignattara. Lo comunica la rete vacciNET fondata dalla Fimmg (Federazione italiana medici si medicina generale) Lazio, che da due anni monitorizza l’andamento delle malattie respiratorie nella regione. In questo periodo, sottolinea la Fimmg Lazio, «stanno circolando diversi virus para influenzali e molti casi di Covid, ora il primo caso di influenza pura».
Nel frattempo, la campagna vaccinale antinfluenzale, afferma la Fimmg, «procede con maggiore velocità rispetto agli scorsi anni, difatti a 22 giorni dall’inizio delle vaccinazioni sono stati somministrati nella regione 293.359 vaccini di cui 270.000 negli studi dei 3.800 medici famiglia, numero in aumento rispetto alla scorsa stagione dove nello stesso periodo erano state 260.000 le vaccinazioni somministrate in totale di cui 235.000 negli studi dei medici di famiglia». C’è però da registrare un ritardo nella distribuzione dei vaccini Covid e in quelli pneumococcici cosa che non ha permesso, almeno in questa prima fase, la co-somministrazione. La Fimmg Roma invita i cittadini a vaccinarsi, chiedendo informazioni al proprio medico di famiglia.



















































Abbiamo chiesto al professor Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it, di aiutarci a capire cosa ci aspetta.

Come si prospetta la stagione influenzale 2025-2026?
«Si tratta sempre di previsioni, ma se lo scenario appena visto in Australia si ripeterà anche in Italia i casi di influenza potrebbero raggiungere numeri simili se non superiori a quelli della scorsa stagione influenzale con circa16 milioni di contagi, con rischi soprattutto per i più fragili. I primi virus stanno già circolando e il picco è previsto poi, come ogni anno, tra novembre e dicembre. Se le temperature saranno molto rigide, ci avvicineremo alle stime al rialzo. Se invece prevarranno gli sbalzi termici, emergeranno altri virus respiratori».

Quali sono i ceppi virali in circolazione?
«I responsabili di questa diffusione così ampia sono due varianti principali, A/H3N2 e B/Victoria che, essendo caratterizzate da una maggiore capacità di eludere le difese immunitarie, possono diffondersi con maggiore facilità. Oltre a queste due varianti, a complicare ulteriormente il quadro ci saranno in circolazione anche il virus respiratorio sinciziale e il Covid-19, diventato ormai endemico. A differenza dell’influenza che segue un andamento stagionale preciso, il Covid procede secondo dinamiche indipendenti, alternando fasi di risalita e calo ogni sei mesi circa, senza legarsi a stagioni specifiche. Nel nostro Paese da alcune settimane stiamo infatti già assistendo ad un significativo aumento delle infezioni da Covid, che per le categorie a rischio può essere ancora pericoloso».

Come si riconosce l’influenza?
«Da tre segnali: insorgenza brusca della febbre, almeno un sintomo respiratorio e almeno uno sistemico (per esempio dolori articolari). Non è facile però distinguere influenza e Covid, quindi il consiglio, soprattutto per anziani e soggetti fragili, è di sottoporsi al tampone. In caso di Covid, infatti, queste categorie possono ricevere gratuitamente Paxlovid, un antivirale specifico che può prescrivere il medico di famiglia».

Come si trasmette?
«I virus influenzali si trasmettono prevalentemente per via aerea e si diffondono molto facilmente attraverso le goccioline di saliva che il malato produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando, soprattutto negli ambienti affollati e chiusi. La trasmissione avviene anche per contatto diretto con persone infette (ad esempio attraverso le mani contaminate sugli occhi, sul naso o sulla bocca) o attraverso utensili o oggetti, dato che il virus dell’influenza può persistere molto a lungo e penetrare nell’organismo attraverso le mucose».

Per quanti giorni si è contagiosi?
«Da un giorno o due prima che i sintomi compaiono, fino a circa cinque giorni dopo l’inizio della sintomatologia, talvolta fino a 10 giorni dopo. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane. I bambini e le persone con sistema immunitario indebolito possono essere contagiosi per un tempo ancora più lungo».

È possibile prevenire l’influenza? E come?
«Vaccinarsi resta il modo migliore, sia perché aumenta notevolmente la probabilità di non contrarre la malattia sia perché, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, questi sono molto meno gravi e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicanze. Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale rappresenta un’importante misura di protezione non solo per sé stessi ma anche per chi ci sta intorno, riduce la probabilità di complicanze e riduce il carico dell’assistenza sanitaria (Pronto Soccorso, ambulatori medici), nei periodi di maggiore affluenza. Restano sempre valide  le azioni di prevenzione, come l’uso della mascherina in ambienti chiusi e l’igiene delle mani».

Per chi è indicato il vaccino?
«Il vaccino antinfluenzale è indicato per la protezione di tutti i soggetti che non abbiamo specifiche controindicazioni alla sua somministrazione. In particolare, la vaccinazione è fortemente raccomandata ed effettuata gratuitamente dal medico curante o dal centro vaccinale della Asl: alle persone di età pari o superiore a 65 anni e a coloro che sono in stretto contatto con anziani, a tutte le persone a rischio di complicazioni che hanno patologie croniche, le donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza e il personale sanitario. Il periodo più indicato per vaccinarsi va da metà ottobre a fine dicembre».
«Ricordiamo che in circolazione non c’è solo l’influenza, ma che tra i tanti virus respiratori da cui dovremmo proteggerci abbiamo anche il Covid-19 e il virus respiratorio sinciziale, che negli adulti può determinare forme influenzali impegnative e nei bambini la comparsa di bronchioliti. Oltre alla vaccinazione antinfluenzale, si raccomanda pertanto per i più fragili anche la vaccinazione anti-Covid e per i più piccoli la vaccinazione anti virus respiratorio sinciziale, in attesa di quelle che saranno in futuro campagne vaccinali rivolte anche alle mamme in gravidanza finalizzate a proteggere se stesse e i propri bimbi già dal momento della nascita».

Per quanto tempo si è immunizzati?
«L’immunità indotta dal vaccino inizia circa due settimane dopo la somministrazione e declina nell’arco di 6-8 mesi e, quindi, si potrebbe rischiare di essere solo parzialmente protetti nel periodo più rischioso (ottobre-febbraio). Per questi motivi e anche perché i virus influenzali possono variare da stagione a stagione, è necessario vaccinarsi ad ogni inizio di stagione influenzale».

Una volta preso il virus, come ci si cura?
«Con l’automedicazione responsabile, ovvero antipiretici in caso di febbre,  antinfiammatori per attenuare i sintomi, ma senza azzerarli, e decongestionanti nasali. Vale anche per i bambini».

24 ottobre 2025 ( modifica il 24 ottobre 2025 | 06:59)