Mi rattrista il video dei tutori dell’ordine che sfondano a picconate la parete di un appartamento di Bologna dove vive una madre single con tre figli, tra cui una disabile. Mi rattrista al di là di ogni considerazione nel merito dello sgombero, e anche di ogni giudizio sul nuovo capitalismo abitativo che spinge i proprietari a sostituire i residenti (persino quelli che, come la signora, pagano regolarmente l’affitto) con i ben più remunerativi turisti. Mi rattrista perché sembra dar ragione a chi sostiene che sta scomparendo una certa idea di umanità.
La settimana scorsa non mi era piaciuto che Ilaria Salis usasse la tragedia dei carabinieri uccisi durante uno sgombero per denunciare il problema del caro-affitti, e ovviamente non perché si trattasse di una campagna ingiustificata, ma, anche lì, per una questione di umanità. Allo stesso modo oggi mi domando: davvero non si potevano offrire alternative a quella famigliola disagiata che non fossero una camera d’albergo a 40 chilometri dalla scuola e dall’istituto di logopedia frequentati dalla bambina? Davvero bisognava agire in pompa magna, alle 7 del mattino, quando lei e i fratelli erano ancora in casa? Qualcuno si è posto il problema dello sconvolgimento che avrebbe provocato in quei bambini assistere a una scena tanto violenta?
Venticinque righe sono troppo poche per affrontare l’emergenza-case, ma abbastanza per chiedermi, e chiedervi, se questa mancanza di umanità sempre più diffusa non sia essa, ormai, la vera emergenza.
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24 ottobre 2025, 06:32 – modifica il 24 ottobre 2025 | 09:14
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