Un’indagine durata quattro anni ha portato alla luce un vasto sistema di frodi e scommesse illegali che intreccia il mondo della mafia italo-americana e quello del basket professionistico statunitense. L’operazione, denominata “Royal Flush” (scala reale), è stata condotta dall’FBI e dalla polizia di New York e ha portato all’arresto di oltre 30 persone in 11 Stati. Tra i nomi più noti figurano Damon Jones, ex giocatore e allenatore NBA, Chauncey Billups, coach dei Portland Trail Blazers, e Terry Rozier, guardia dei Miami Heat. I tre sono accusati di aver preso parte a un sistema di scommesse truccate e partite di poker pilotate.

Le accuse e il sistema illecito

Le accuse formulate dalla procura di New York sono gravi: associazione a delinquere, frode telematica e riciclaggio di denaro. Alcuni imputati rispondono anche di estorsione e rapina, nell’ambito di un sistema di gioco d’azzardo gestito sotto il controllo della criminalità organizzata.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il meccanismo ruotava attorno a due attività principali: le scommesse sportive sulla NBA basate su informazioni riservate e le partite di poker truccate organizzate in club esclusivi di Manhattan.

Le scommesse su partite NBA

La prima parte dell’inchiesta riguarda un gruppo di scommettitori che avrebbe utilizzato informazioni riservate sui giocatori e sulle squadre NBA per piazzare puntate vincenti. I dati trapelati riguardavano, ad esempio, infortuni, rotazioni e uscite anticipate dei giocatori durante le partite.

Le scommesse erano concentrate su eventi singoli, più facili da manipolare, e si sarebbero svolte attraverso piattaforme online, sfruttando l’accesso a informazioni interne. In un caso, Terry Rozier avrebbe simulato un infortunio nel 2023 per influenzare l’esito di alcune giocate. In un altro episodio, Damon Jones è accusato di aver diffuso notizie riservate sulle condizioni fisiche di LeBron James a un gruppo di scommettitori.

Il giro di poker truccato a Manhattan

Parallelamente, l’inchiesta ha svelato un sistema di partite di poker truccate che si tenevano in locali privati. Gli organizzatori, legati alle famiglie mafiose Bonanno, Gambino, Lucchese e Genovese, avrebbero guadagnato milioni di dollari manipolando i tavoli con tecnologie sofisticate.

Secondo gli atti dell’accusa, venivano utilizzate lenti a contatto speciali, tavoli a raggi X e carte contrassegnate per individuare le mani vincenti. Le perdite complessive delle vittime ammonterebbero a oltre 7 milioni di dollari, con un singolo giocatore che avrebbe perso fino a 1,8 milioni.

Le partite, organizzate con il “permesso” delle famiglie mafiose, garantivano loro una quota fissa dei proventi. In cambio, le cosche fornivano protezione e gestione logistica, coordinando il sistema di riscossioni e riciclaggio attraverso società di comodo e criptovalute.

Le famiglie coinvolte e le conseguenze per la NBA

L’indagine ha messo in luce una collaborazione inedita tra quattro storiche famiglie mafiose: i Bonanno, i Gambino, i Lucchese e i Genovese. Un’alleanza rara, segno della portata dell’organizzazione. La mafia gestiva il flusso di denaro proveniente sia dalle partite di poker che dalle scommesse sportive, utilizzando circuiti finanziari complessi per ripulire i profitti.

Per la lega di basket americana, l’impatto è significativo. L’inchiesta è esplosa proprio durante la settimana di apertura della stagione e mentre erano in corso le trattative per i nuovi diritti televisivi, stimati in 76 miliardi di dollari in 11 anni. L’NBA ha annunciato la sospensione immediata di Rozier e Billups, dichiarando di prendere le accuse “con la massima serietà”.

Le società di scommesse, come DraftKings, partner ufficiale della lega, sono state considerate vittime della truffa e collaborano con le autorità per garantire la trasparenza e l’integrità del gioco.

Secondo l’FBI, l’operazione Royal Flush ha solo scalfito la superficie di un sistema più ampio che unisce sport, scommesse e criminalità organizzata, un intreccio che ora rischia di lasciare un segno profondo nella credibilità del basket professionistico statunitense.